Le tre domande del vero leader: in che mondo vivo, quali sono i trend globali, come trarne vantaggio ed evitare danni per il mio Paese?

Thomas L. Friedman, editorialista del New York Times ed ex corrispondente dal Medio Oriente per il medesimo giornale recentemente si è posto tre domande a cui il presidente americano, Donald Trump, a suo avviso, a differenza del capo dello stato  cinese Xi Jingping non si pone con grave danno del Paese che guida. Ogni leader – secondo Friedman – deve porsi ogni mattina le seguenti  tre domande fondamentali per poter disegnare il futuro:  “In che mondo sto vivendo? Quali sono le più grandi tendenze globali in questo momento? E come allineare il mio paese in modo che i miei cittadini ottengano il massimo di vantaggio da queste tendenze e si evitino il peggio? ”

Sembrano tre domande banali, un po’ retoriche ma che cambiano completamente la prospettiva passando dalla tattica alla strategia, o se preferite dal breve al lungo termine. Insomma dai bonus fiscali mordi e fuggi agli investimenti pluriennali sui settori strategi su cui si vuole puntare. Friedman ritiene che i cinesi siamo più abili della attuale amministrazione americana nel prevedere il futuro e decidere politiche di sviluppo in infrastrutture e settori  ma noi possiamo dire lo stesso per la dirigenza di parecchi governi europei e di Bruxelles. La Commissione europea, il Consiglio europeo e lo stesso parlamento europeo non sono forse vittime dello stesso difetto di miopia politica? Nessuno in Europa pensa davvero a rispondere alla domanda più importante: in quale mondo stiamo vivendo? Men che meno si interroga su quali sono le tendenze più significative e come fare per cogliere i vantaggi da questi cambiamenti in atto. Le maggiori realtà societarie del web, dei social media, oltre che delle finanza e della manifattura sono americane. E fra breve rischiamo di vedere concorrenti asiatici sostituire i grandi nomi americani con noi europei che restano  al palo. Pessimismo da un tanto al pezzo? Forse, ma se non sappiamo rispondere con sincerità alla domanda su quale mondo viviamo? I treni e le strade americane rispetto a quelle cinesi rischiano di fare la fine del paragone dei cartoni animati dei Jetsons che sono collocati nel futuro rispetto ai Flintstones che sono ambientati nella preistoria. Esagerazioni? Forse ma resta il fatto che anche noi europei senza visione del futuro siamo destinati a un lento declino. Dobbiamo saper tornare a scegliere dei laeder politici che sappiano saper tornare al Rinascimento italiano, quando c’erano Raffaello, Michelangelo e Leonardo da Vinci, pittori, scultori e architetti. Uomini di talento. Che avevano una visione completa del mondo e dell’uomo del loro tempo. Sapevano guardare così lontano che spesso sembravano dei visionari e invece creavano i confini del mondo in cui ancora oggi noi stessi viviamo.