Banche greche, l’adozione dell’Ifrs 9 faciliterà la vendita di parte dei 95 mld di sofferenze

Atene e il governo del premier Tsipras proseguono nel difficile 
percorso verso il ritorno alla normalità e al recupero della 
sovranità finanziaria dopo nove anni di crisi del debito sovrano. 
Lo scorso mercoledì le quattro principali 
banche greche tra cui Piraeus Bank (secondo 
l'agenzia Moody's Caa2 stabile, caa2), Banca nazionale di 
Grecia (Caa2 positivo, caa2), Alpha Bank AE (Caa3 positivo,
caa2), Eurobank Ergasias (Caa3 stabile, caa2) e Attica Bank 
(Caa3 stable, caa3) hanno rilasciato i dati preliminari che
 mostrano l'effetto dall'applicazione di gennaio 
dell'International Financial Reporting Standard No.9 (IFRS 9). 
Una pura questione tecnica? Non proprio e non solo. 
Si tratta di un passo avanti positivo per la Grecia i cui 
conti pubblici continuano a migliorare. 
Ma torniamo alle banche elleniche. Secondo l'agenzia di 
rating Moody's, che ha appena ridotto il rating sovrano 
della Turchia, i dati mostrano che l'implementazione 
dell'IFRS 9 da parte delle banche greche si traduce 
immediatamente in un aumento delle riserve su crediti 
di circa il 10% in media, aumentando la quota di copertura 
delle esposizioni in sofferenza (NPE) a circa il 55% dal 
50% nel quarto trimestre 2017, un credito positivo.
Le disposizioni aggiuntive aiuteranno le banche a ridurre 
il loro ampio stock di NPE (circa 95 miliardi a dicembre
2017) di circa il 40% durante il 2017-19, in base all'impegno 
assunto dal meccanismo di vigilanza unico della Banca centrale 
europea. Disposizioni più stringentifaciliteranno, 
- sempre secondo Moody's - la capacità delle banche di vendere 
sul mercato gli NPE sul mercato secondario senza sostenere perdite 
materiali e faciliteranno le potenziali riduzioni delle emissioni
NPE per i mutuatari con elevato indebitamento o non 
più redditizio. 
Insomma una passo avanti importante verso la normalità 
in vista della uscita di Atene dal terzo piano di aiuti
 da 85 miliardi di euro il prossimo giugno.