Polonia, il governatore che aveva parlato di manovre per spingere Varsavia nell’euro, sotto pressione per i super compensi

Che succede in terra polacca? I maggiori membri del partito al governo a Varsavia hanno chiesto al governatore della banca centrale di dare spiegazioni in relazione a un rapporto dei media secondo il quale il governatore pagherebbe ben 13 volte il salario medio polacco a un suo assistente senior, incaricato di seguire il rapporto con i media per conto dell’istituto centrale.

L’accusa ha creato forti polemiche e reazioni sulle sponde della Vistola. Con le elezioni generali previste in autunno, il partito populista ed euroscettico al governo “Diritto e Giustizia” ha chiesto spiegazioni in merito al governatore Adam Glapinski, un seguace fidato del capo del partito Jaroslaw Kaczynski. Il partito di governo ha chiesto spiegazioni sulla vicenda degli stipendi d’oro anche perche la vicenda scoppia in mezzo a uno altro scandalo che ha coinvolto l’organo di regolamentazione della banca del paese. Il capo della banca centrale ha ripetutamente respinto le accuse di corruzione e le pratiche di assunzione sospette dopo che il capo della vigilanza degli istituti di credito, uno dei suoi ex protetti, si è dimesso un mese fa  per le accuse relative a una presunta tangente  da 10 milioni di dollari.

Ora il governatore Glapinski sta affrontando le pressioni di una campagna di stampa, portata avanti da alcuni organi di stampa incluso il giornale Gazeta Wyborcza, che parla di compensi al suo assistente per 65.000 zloty (17.300 dollari) al mese. Se fosse vero, il senatore del partito “Diritto e Giustizia”, Jan Maria Jackowski, ha detto che sarebbe inaccettabile per i suoi elettori e ha invitato la Banca centrale a sollevare il velo di segretezza che attualmente aleggia sulla remunerazione del consigliere.

L’importo in questione in effetti, se dovesse risultare come indicato dai media, eclissa lo stipendio medio polacco che è di circa 4.800 zloty al mese ed è circa quattro volte lo stipendio base del Primo Ministro, l’ex banchiere ed economista internazionale, Mateusz Morawiecki.

Jacek Sasin, un assistente del primo ministro, ha detto lunedì alla radio pubblica polacca che la questione dovrebbe essere risolta rapidamente. L’ufficio stampa di Glapinski non ha risposto alle ripetute richieste di commenti di lunedì fatte dalla agenzia internazionale Bloomberg.

“Non so quanta verità ci sia nei resoconti dei media, ma questa vicenda dovrebbe essere chiarita”, ha detto Sasin. “Non può esserci una situazione in cui le persone, che forse svolgono un ruolo importante ma comunque sono un dipendente pubblico, possano guadagnere così tanto denaro. Questo è uno shock per molti polacchi “. La Polonia è entrata nell’Unione europea nel 2004.

Pronta la reazione della Banca centrale che attraverso Jolanta Turczynowicz-Kieryllo, un avvocato che rappresenta gli interessi della stessa Banca nazionale polacca, ha dichiarato alla rivista web wPolityce.pl che si trattarebbe di “un grave reato intenzionale e irragionevole” cioè di minare la fiducia dell’opinione pubblica nell’istituzione incaricata di mantenere sotto controllo i prezzi e di aiutare a mantenere stabile il settore bancario.

La scorsa settimana, i pubblici ministeri hanno interrogato il governatore della banca centrale polacca, Glapinski in merito allo scandalo che ha portato all’arresto e alla detenzione del presidente della vigilanza del sistema bancario del paese. In risposta a una accessa campagna di stampa dei media polacchi che da giorni lanciano accuse contro l’operato del governatore, il numero uno dell’Istituto centrale  il mese scorso ha incolpato dei nemici politici per aver cercato di  coinvolgerlo nello scandalo e ha suggerito che ci fossero piani per un “colpo di stato finanziario” volto a spingere la nazione, membro dell’Unione europea, ad aderire all’euro contro i suoi desideri. Il mandato di sei anni di Glapinski come governatore si esaurirà nel 2022.

Varsavia, impegnata in un duro braccio di ferro con Bruxelles che l’accusa di non rispettare l’autonomia dei magistrati e che è giunta a minacciare l’esclusione dal voto in sede comunitaria, si è unita sempre di più all’Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia costituendo il gruppo di Visegrad. Un blocco a cui recentemente si è avvicinata, sebbene non formalmente, anche l’ Austria del premier Kurz e dei liberalnazionali di Heinz-Christian Strache. Ecco perchè quello che accade sulla Vistola interessa i destini futuri e gi equilibri di potere dell’Unione europea.