Nel gran gioco dei rating la Polonia, in lite con la Ue, fa un balzo e supera l’Italia

Mentre l’Italia attende rassegnata tra qualche giorno il giudizio delle agenzie di rating che tengono ancora l’Italia due gradini sopra il livello “junk”, cioè “spazzatura” la Polonia ha messo a segno venerdì un miglioramento sorpassando il Bel Paese. Moody’s (rating Baa2) deciderà entro il 31 ottobre; S&P (BBB) il 26. La seconda ha rinvisto di quasi due mesi il giudizio, proprio in attesa che il quadro delle misure previste in manovra si delineasse in maniera più chiara. Intanto i mercati paventano un declassamento italiano.
Tutta un’altra storia a Varsavia e proprio alla vigilia del match di calcio tra le due nazioni che potrebbe anche qui “declassare” una delle due squadre.
L’agenzia di rating S&P’s Global ha alzato il rating in Polonia di un gradino ad A- venerdì, citando la forte crescita economica del paese e le performance fiscali.
La decisione fa seguito a una modifica delle prospettive sul rating polacco in aprile e porta il rating allo stesso livello di quello di Fitch. Moody’s Investors Service valuta ancora leggermente più su la Polonia a A2. S&P’s ha dichiarato che il debito pubblico ed estero della Polonia ha continuato a diminuire in percentuale del PIL e l’economia si sta riequilibrando verso i servizi. Ha avvertito che gli investimenti del settore privato hanno continuato a supplire al ritardo degli altri settori.
L’economia polacca è cresciuta tra il 4 al 5 percento su base annua dall’inizio dell’anno scorso, spinta in gran parte dal consumo interno.
S&P’s prevede che l’economia crescerà del 4,8% quest’anno e del 3,4% nel 2019. L’agenzia aveva tagliato il rating della Polonia all’inizio del 2016, affermando che il nuovo governo del partito Diritto e giustizia (PiS) del paese aveva indebolito l’indipendenza delle principali istituzioni statali.
Quel taglio, il primo dell’agenzia verso il debito in valuta forte della Polonia, aveva inferto un duro colpo al PiS nazionalista, che aveva vinto le elezioni in ottobre promettendo più benessere e prosperità ampiamente condivisa.
Da allora, la Polonia è diventata sempre più isolata all’interno dell’Unione europea, a cui si è unita nel 2004, a causa delle preoccupazioni di Bruxelles secondo cui PiS stava minando gli standard democratici. Ma questo non ha impedito la promozione dell’agenzia di rating provocando l’euforia del ministro delle Finanze polacco che si attende ora maggiori investimenti esteri.