Il ministero delle Finanze greco ha reso noto i dettagli dei compensi d'oro, pari a quasi 40 milioni di euro, che dovranno essere pagati agli avvocati, consulenti e agenti coinvolti nella più grande ristrutturazione del debito sovrano della storia. Un fiume di euro in parcelle d'oro ai big delle finanza internazionale per lo swap miliardario mentre i greci stringono la cinghia nel quinto anno di recessione, la disoccupazione giovanile balza al 50% in vista di un sesto anno del Pil che sarà caratterizzato ancora dell'ennesimo segno negativo.
La parte del leone delle parcelle d'oro l'ha fatta la banca d'affari francese Lazard che ha agito come consulente finanziario per l'operazione, e incasserà 25 milioni di euro, mentre Cleary Gottlieb Steen & Hamilton, lo studio legale che ha lavorato sull'intesa, ha ricevuto finora 6,5 milioni di euro, secondo quanto precisato dal ministero in una e-mail ieri sera. Fino a 4 milioni di euro saranno invece versati agli agenti per le operazioni di closing, che il documento dell'offerta pubblica dello swap del 24 febbraio identificava nei due giganti del credito europeo: la tedesca Deutsche Bank e la britannica HSBC Holdings.
La Grecia ha deciso di usare le clausole di azione collettiva (Cac), il 9 marzo per assicurare che i titolari dei 197 miliardi di euro di titoli in mano ai privati potessero aderire allo swap con cui si è accettato una riduzione del 53,5 per cento del valore nominale dei titoli e il resto scambiati in titoli EFSF per il 15% e il restante in titoli da 11 a 30 anni di scadenza che valgono al mercato, secondo l'asta organizzata dall'Isda che ha pagato i Cds relativi, circa 21,5 per cento. Un prezzo abbastanza esiguo che lascia aperta la porta a una nuova ristrutturazione se le riforme non dovessero essere implementate o un nuovo governo, dopo le prossime elezioni, dovesse frenare sugli impegni presi con i creditori internazionali. Lo swap era legato al secondo piano di 130 miliardi di euro di prestiti concessi dall'Unione europea e dal Fondo Monetario Internazionale.
Gli investitori in possesso di circa 9 miliardi di euro di obbligazioni disciplinate da altre leggi rispetto a quelli della Grecia hanno tempo fino a domani per decidere se partecipare o meno allo swap. Atene aveva minacciato di non pagare i detentori di bond che non avessero accettato lo swap ma molti investitori internzionali tra cui molti italiani non hanno accettato. La partita su questo fronte è ancora aperta.
Intanto la legislazione approvata dal Parlamento greco ieri autorizza anche il pagamento di una somma fino al 3,4 milioni di euro per l'Institute of International Finance, l'associazione delle maggiori banche al mondo che rappresenta i creditori nel corso delle trattative sullo swap del debito, per coprire le spese legali. L'ennesimo "sweetener", dolcificante, per favorire l'accordo di scambio per i grandi investitori lasciando a becco asciutto i piccoli risparmiatori che speravano in un trattamento di favore.