Grecia, prima per l’Ocse nell’attuazione delle riforme. Italia al quarto posto

 La Grecia è prima in classifica (seguita da Spagna e Gran Bretagna) in termini di riforme strutturali portate avanti nel 2011-2012, ma ha ancora una lunga strada da percorrere. Lo rivela un rapporto dell'Ocse uscito venerdì. L'Italia si colloca ad un onorevole quarto posto dopo decenni che non  compariva nei primi posti di questa speciale classifica dic hi vuole aumentare la sua competitività seguita a distanza da una pigra Francia, Usa, Giappone e Germania (che però i compiti li ha già fatti nel decennio precedente).

L'organizzazione internazionale ha trovato a sorpresa che la Grecia è il paese con il maggior tasso di promozione della riforme per il periodo 2011-12 (sulla spinta dei paesi creditori) tra i suoi Stati membri, grazie all'attuazione di alcune dei più "difficili" cambiamenti strutturali.

"Il tasso di riforme varate è stato particolarmente elevato tra i paesi della zona euro anche a causa di pressioni del mercato sui debiti sovrani  (ad esempio Grecia, Irlanda, Spagna, Italia e Portogallo), anche in settori politicamente sensibili come il mercato del lavoro e del welfare" riporta il rapporto. L'Ocse ha aggiunto che significativi programmi di aggiustamento fiscale sono in fase di attuazione in questi paesi, a differenza di altri stati con gli standard di vita più elevati (come la Svizzera, gli Stati Uniti e Norvegia) in cui il tasso di riforma è stato molto più lento, anche perché meno impellente.

Atene deve però continuare l'opera di riforma delle sua economia in recessione da sei anni rafforzando la concorrenza, nel settore commerciale e nelle libere professioni, oltra a eliminare tutti quegli ostacoli alla liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica che ancora persistono.

L'evasione fiscale resta molto ampia in Grecia, uno sport nazionale, quindi la riforma del sistema tributario costituisce una necessità urgente. Serve un sistema più trasparente per tassare i lavoratori autonomi che rimangono fuori dal prelievo per ampie percentuali  e il rafforzamento del meccanismo di riscossione delle imposte.

Ci sono ancora forti carenze nel sistema di istruzione che poi si ripercuote sul tasso della produttività, mentre il lavoro universitario deve essere sottoposto a maggiori valutazioni di merito.

L'indennità di disoccupazione dovrebbe trasformarsi in buoni (voucher)  per l' occupazione.

La cooperazione tra i servizi all'interno dei ministeri, nonché tra gli stessi ministeri, deve essere migliorata, mentre deve essere adottato un sistema di valutazione del lavoro svolto dalla massa dei dipendenti pubblici che resta pletorica e con forti esuberi.

 

 

  • Ale Righi |

    Un successone queste riforme.

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