Il messaggio del segretario al Tesoro Lew è chiaro: America is back!

For the rest of the G-20, Mr. Lew’s message is pretty clear: America is back! Per il resto del G-20 il messaggio è chiaro: l’America è tornata. Così il Wall Street Journal riporta il duro richiamo che il segretario al Tesoro Jack Lew ha fatto alla Germania, all’Olanda e al Giappone. Questi paesi si devono occupare (“promote not only of export but also of growth”), non solo di esportazione ma anche di crescita. Questi paesi cioè devono allentare i cordoni della borsa, incentivare i consumi interni, smetterla con l’ossessione del pareggio di bilancio in momenti di crisi e puntare su un modello export-oriented.
Gli Usa non possono essere sempre “la prima e l’ultima risorsa” per tutta l’economia globale. Un bel cambio di posizione per gli Stati Uniti che fino a pochi mesi fa erano sul banco degli imputatii per aver causato l’inizio della crisi finanziaria del 2007 con i mutui subprime che ha squassato tutto il pianeta mentre ora, nel 2014, vestono i panni della pubblica accusa. Ma le cifre di crescita vicine al 3% e riduzione della disoccupazione sotto il 6% parlano a vantaggio di Washington e dei successi della politica accomodante della Fed e del suo Quantitave Easing mentre l’Europa (o per meglio dire la Bundesbank) continua a frenare.

Dopo le critiche al vetriolo di Timothy Geithner contro gli europei, un altro segretario di Stato Usa usa parole molto dure contro i leader politici Ue accusandoli di miopia e mancanza di visione.

Jack Lew, segretario al Tesoro Usa, vede ora addrittura rischi di un “decennio perduto” per l’area euro, puntando il dito contro le politiche inconcludenti degli alleati occidentali, soprattutto della Germania e della sua ostinazione per le politiche di austerità.

Nel suo intervento preparatorio al G-20 che si svolgerà a Brisbane, in Australia, il capo del Tesoro americano ha detto che l’Europa ha fallito nel suo intento di ritrovare una ripresa sostenibile e ora rischia di piombare in una fase di decrescita.

L’intervento è stato riportato dal Financial Times, citando la trascrizione della lecture che il politico americano ha tenuto successivamente al World Affairs Council a Seattle sulla via di Brisbane.
Una fuga di notizie pilotata? Possibile.
Ma c’è di più. Nelle bozze ancora non pubblicate del suo libro ‘Stress Test’, Reflections on Financial Crises” l’ex Segretario del Tesoro Usa, Geithner (accusato dagli europei di essere stato quando era alla Fed di New York troppo vicino agli interessi di Wall Street) accusa a sua volta i leader europei di essere “vendicativi, irresponsabili e indecisi”, aggiungendo di avere sopravvalutato le loro capacità di risolvere la crisi.
Geithner ha una chicca supplementare quando rivela che il presidente della Bce, Mario Draghi, disse la famosa frase “whatever it takes” senza consultarsi conm nessuno, nemmeno il cancelliere tedesco Angela Merkel. Il Brussels Blog del Financial Times rivela come, per l’allora Segretario del Tesoro, il “whatever it takes” di Draghi del luglio del 2012 è stato improvvisato e non vi era alcun piano preciso da parte del presidente della Bce. Isomma una improvvisazione tipica della tradizione della Commedia dell’arte italiana.
Geithner ricorda come poco prima della famosa frase detta a Londra, con gli hedge funds convinti che l’euro stesse implodendo, Draghi non sapeva come comportarsi, era preoccupato e ha costruito una serie di frasi come ‘we’ll do whatever it takes’.
“Ridicolo”, ricorda Geithner. ”Andai a vedere Draghi all’epoca e Draghi non aveva nessun piano. Il suo unico piano erano delle frasi retoriche”. Una ricostruzione che non convince del tutto visto uno come Draghi che i mercati li conosce e bene. Ma forse è solo un espediente per spingere ancora una volta i tedeschi a dir sì al Quantitative Easing da parte della Bce.

Chissà se Geithner parlerà nel suo libro anche della crisi e degli avvisi che l’allora governatore della Bank of England, Mervyn King, aveva fatto all’ambasciatore americano a Londra Robert Tuttle nel marzo del 2008 sulla necessità di ricapitalizzare il sistema globale delle banche come uscito da wikileaks. http://dailybail.com/home/wikileaks-cable-systemic-insolvency-is-now-the-problem-globa.html
Sarebbe una testimonianza interessante.