La Turchia rischia sanzioni Ue se non cessa l’escalation nel Mediterraneo orientale

L’Europa è pronta a giocare la carta delle sanzioni economiche contro la Turchia al Consiglio europeo di fine settembre. Possibile? Ankara diverrebbe da paese in lista di attesa per entrare nella Ue a paese bersaglio delle sue sanzioni con pesanti ripercussioni sui conti economici visto che la Ue è il suo principale partner commerciale, seguito da Russia, Usa e Cina. Il Consiglio europeo previsto per la fine di settembre sarà dedicato principalmente alla questione turca e alle tensioni nel Mediterraneo orientale, compreso la possibilità di sanzioni contro Ankara, ha detto il 6 settembre il ministro degli Esteri francese. “Al Consiglio europeo di fine mese, la questione sarà il dossier turco”, ha detto a France Inter Jean-Yves Le Drian. “Abbiamo preparato questo dossier turco pochi giorni fa, tra i ministri degli esteri a Berlino, per mettere in fila il ventaglio di rappresaglie che potremmo intraprendere nei confronti della Turchia”.

Possibile una svolta così severa o sitratta solo di pressioni diplomatiche? Diversi Paesi dell’Unione europea, Francia in testa, sono stanchi delle continue provvocazioni e stanno vivendo forti tensioni con la Turchia, in particolare sulla questione libica, sulle questioni migratorie, sulla sicurezza e sulle riserve di gas nel Mediterraneo orientale, dove Ankara è accusata di perseguire una politica espansionista ed avventurista. L’Eni e la francese Total hanno dovuto sospendere le attività di ricerca di idrocarburi nella zona di mare di Cipro a causa della presenza delle navi di Ankara. “Stiamo dicendo alla Turchia: da qui al Consiglio europeo, dimostrate di saper discutere prima del Mediterraneo orientale”, ha spiegato il ministro degli Esteri francese. “Spetta ai turchi garantire che questa questione (…) possa essere discussa (…). È possibile!”.  “A questo punto potremmo entrare in un circolo virtuoso su tutti i problemi posti”.

Questo è l’augurio della diplomazia ma la situazione è diventata particolarmente instabile nella regione dopo un mese di escalation, innescata il 10 agosto dal dispiegamento di una nave da ricerca sismica turca nelle acque rivendicate da Atene. In segno di sostegno al suo partner greco nell’UE, alla fine di agosto la Francia del presidente Emmanuel Macron ha rafforzato la sua presenza militare nel Mediterraneo orientale. E da mesi le due capitali si scambiano invettive. Il ministro Le Drian ha rifiutato di specificare la natura di queste possibili sanzioni. “C’è tutta una serie di misure che possono essere prese. Non siamo affatto impotenti e lui (il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ndr) lo sa molto bene”, ha insistito il ministro. Le Drian ha accennato a una serie di sanzioni economiche, accusando Erdogan di aver creato “uno stato d’animo islamo-nazionalista” inteso a “nascondere la verità della situazione economica” in Turchia. Il 24 e 25 settembre si terrà il Consiglio europeo, che riunisce i capi di Stato e di governo dell’UE. E quello sarà il momento della verità dopo le schermaglie e lo scambio di accuse di questi giorni.