Il debito di Atene è una questione complessa, perché discutendo del destino di appena 3,25 miliardi di Cds greci, si decide ,in realtà, della sorte di tutti i Cds del mondo, una montagna di derivati pari a 2.900 miliardi di dollari. Standard & Poor ha dichiarato che la Grecia è in uno stato di "selective default", ma le 10 banche e cinque fondi che hanno pertecipato al comitato dell'International Swaps e Derivateves Association (Isda) giovedì 1 marzo 2012 hanno deliberato che per il momento non c'è nessun credit event sui bond greci. Non è una sorpresa. Per ora. Ma il diavolo è spesso nei dettagli. L'Isda si è espressa su due questiti: il trattamento riservato alla Bce, che non subirà perdite dalla ristrutturazione, non rappresenta un credit event né tantomeno l'inserimento delle clausole di azione collettiva (Cac) fatto retroattivamente dal parlamento greco nei giorni scors,i non può essere considerato tale. Ma se non ci fosse un elevata adesione entro la sera del'8 marzo allo swap da 207 miliardi di euro con taglio del 53,5% del valore facciale, le cose potrebbero cambiare. L'Isda ha già detto, in passato che l'uso obbligatorio delle Cac per ridurre il debito e cambiare i tassi di interesse potrebbe innescare i CDS. Se l'Isda, anche in questo caso, non lo farà, allora, ma solo in quel momento, gli investitori avranno seri motivi per mettere in discussione il valore del contratto di assicurazione suld ebito sovrano operato dai CDS in generale. Ma c'è ancora tempo per scoprirlo. Almeno fino alla sera dell'8 marzo. L'avventura continua.
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