Capo agenzia del debito greco: un errore parlare di aiuti Fmi, creato panico

Atene inizia a far chiarezza sulla intricata vicenda della crisi del debito sovrano che ha trasformato il paese in una possibile nuova Lehman Brother dell'Egeo con effetti internazionali. La Grecia ha sbagliato a provocare il "panico" sui mercati finanziari nel 2010 quando ha minacciato di chiedere aiuto al Fondo Monetario Internazionale allora guidato da Dominique Strauss-Khan, al solo scopo di esercitare pressione sui partner europei e sulla Germanai in particolare. Lo ha ammesso martedì 13 marzo  il direttore dell'agenzia greca di gestione del debito greco, Petros Christodoulou, in una testimonianza resa di fronte a una commissione di inchiesta parlamentare che sta cercando di scoprire se nel 2009 il governo socialista di George Papandreaou non alzò in maniera artificiale il deficit previsto per l'anno.  Un fatto che finora non era mai stato messo in discussione, anzi si è sempre creduto che i conti fossero stati truccati per occultare il deficit eccessivo, non per alzarlo. 

 I mercati, ha spiegato Christodolou, hanno cominciato a chiedersi "Come mai abbiamo appena finito di collocare un bond a dieci anni e alcuni minacciano di fare appello al Fmi? E all'improvviso hanno cominciato a farsi prendere dal panico". Le dichiarazioni del direttore dell'Agenzia del debito, rese nella giornata di ieri, sono state interpretate da alcuni giornali greci,  come una critica contro l'ex primo ministro socialista George Papandreou e il suo ministro delle Finanze George Papaconstantinou e oggi Christodoulou si é affrettato a spiegare che non era sua intenzione attaccare l'ex primo ministro. All'epoca, ha spiegato, la Grecia stava cercando con ogni mezzo di scontare tassi più bassi sui mercati dei capitali e in quest'ottica, per indurre i partner europei ad accordare condizioni migliori, decise di agitare lo spettro del ricorso all'Fmi ma il risultato fu solo quello di scatenare il panico sui mercati e questo portò il paese a dover poi accettare condizioni più dure per il primo salvataggio da 110 miliardi di euro del maggio 2010. In quella fase, la comunità internazionale era rimasta scioccata dalla drastica revisione al rialzo delle stime di deficit per il 2009 operata dal nuovo esecutivo di Papandreou che aveva alzato la previsione al 15,7% del pil contro il 6% previsto dal precedente governo conservatore di Costas Karamanlis. Lo scorso settembre, un dipendente del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto Nazionale di Statistica (Elstat) ora riformato, ha accusato il governo di aver pubblicato una cifra finale gonfiata, accuse su cui ora la commissione cercherà di fare luce. Sulla vicenda pesa anche il clima prelettorale, visto che a fine aprile si terranno le elezioni anticipate.  E' evidente che se si dimostrasse che le cifre del deficit sono state gonfiate nel 2010 questo fatto un po' singolare scaricherebbe le responsabilità del precedente governo conservatore a guida  Karamanlis, accusato da Papandreou di aver truccato i conti per anni.