L'asta sul bund decennale tedesco, che ha visto il tasso scendere a minimi record del 1,77% ma ha mancato l'obiettivo massimo di collocamento, rappresenta «un buon risultato» nel contesto di «un'incertezza leggermente aumentata» nei mercati. A dirlo è l'Agenzia del debito tedesca che così commenta l'esito del collocamento, con cui Berlino ha piazzato 3,9 miliardi contro un obiettivo massimo di cinque miliardi. In realtà la Bundesbank, che gestisce il collocamento del debito, ha ricevuto in totale richieste per 4,109 miliardi, inferiori rispetto all'offerta che era di 5 miliardi e ha accettato tutte quelle al tasso più basso, quindi appunto 3,87 miliardi. La rimanente tranche non collocata per 1,130 miliardi è stata invece trattenuta dalla banca centrale per essere poi collocata in un secondo tempo sul mercato secondario. Secondo alcuni analisti la situazione per la Germania è mezza piena o mezza vuota a seconda di come si vuol guardare la vicenda. Vero è che Berlino ha collocato i bund al livello minimo, ma gli investitori cominciano a snobbare l'offerta perché il rendimento è inferiore all'inflazione e intacca il capitale. Alcuni analisti di RBS prevedono addirittuta interessi negativi per il biennale tedesco "Schatz" – che martedì ha registrato un tasso di interesse dello 0,09% andando sotto il corrispondente bond giapponese -se le pressioni sui bond dei periferici dovessero continuare. Ma non può essere dimenticato che alcuni investitori hanno disertato parte dell'asta del decennale tedesco, segno di una certa insofferenza verso il calo dei tassi di rendimento. Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel il taglio dei tassi dei bund tedeschi ha ridotto il costo del servizio del debito tedesco di 30 miliardi di euro da oggi al 2016. A discapito dei partner dell'eurozona.
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