La Sec bacchetta Goldman Sachs sulle muraglie cinesi

Il mastino dei mercati Usa, la Securities Exchange Commission ha bacchettato la Goldman Sachs su un punto molto spinoso e controverso del funzionamento dei mercati: la simmetria delle informazioni disponibili per i risparmiatori. La Sec ha comminato una multa da 22 milioni di dollari alla Goldman Sachs, che ha accettato di pagarla senza far resistenza.  La Sec, la Consob americana, ha accusato  Goldman Sachs di non aver adottato adeguate procedure durante le riunioni settimanali degli analisti che svolgono attività di ricerca sui titoli ed emettono poi le famose raccomandazioni di acquisto, di vendita con la fissazione dei target o prezzi obiettivo. Le raccomandazioni ovviamente influenzano i mercati che, secondo le ultime teorie della finanza comportamentale,  si muove proprio in base alle informazioni disponibili.    
   La Sec ha usato per le riunioni il termine "huddles", cioè "ammucchiate".  La Sec ha rivelato che dal 2006-2011 si tenevano meeting settimanali, "a volta presenziate anche da addetti alle vendite di titoli, in cui gli analisti discutevano le loro strategie di trading di breve termine e i traders illustravano la loro visione dei mercati" Poi le idee di trading "venivano passate ad un selezionato gruppo di clientela".  Il programma veniva denominato Servizio d'Iniziativa Asimmetrico, e si caratterizzava per la mancanza del cosiddetto Chinese Wall, cioé la muraglia cinese, la  barriera che, per evitare conflitti di interesse, dovrebbe tenere ben separati l'area della ricerca, quello commerciale e quello del trading room. 
  "Le società devono capire che non possono sviluppare nuovi programmi e servizi senza valutarne politiche e procedure",ha detto Antonia Choin, Direttore associato della Sec. Una recente corrente di pensiero ha accusato le maggiori banche di investimento "to big to fail" di influenzare eccessivamente l'andamento dei mercati proprio attraverso la pubblicazione di analisi, ricerche studi e raccomandazioni di investimento.  

La vicenda non macherà di rinfocolare l'acceso dibattito in corso sulla riforma delle regole della  finanza. Secondo i senatori Carl Levin del Michigan e Jeff Merkley dell’Oregon, i due democratici maggiori sostenitori della Volcker Rule, cioè del divieto di fare proprietary trading e di ridurre i conflitti di interesse come indicato nel Dodd-Frank Act, le recenti dichiarazioni di Greg Smith, l'ex banchiere di Goldman Sachs che lasciò la banca con un clamorso editoriale denuncia sul New York Times,  rafforzano l’opinione che serva al più presto implementare le restrizioni all’attività di trading a Wall Street, cioè che si torni a modelli di separazione tra banche d’investimento (capitali di rischio) e quelle commerciali (tutelate dal governo).