La Grecia è sotto pressione dalla Troika, in rappresentanza dei creditori internazionali, da ben tre anni, data in cui ha avuto inizio il programma di prestiti nel maggio 2010, che complessivamente ammonta a 172 miliardi di euro.
Le privatizzazioni sono state il maggior motivo di frizione tra la Troika e i tre governi greci (Papandreou, Papadimos, Samaras) che si sono avvicendati al potere da allora: nel febbraio 2011 la Ue e l’Fmi avevano preventivato 50 miliardi di euro di incassi dalle vendite di beni e partecipazioni statali. L’obiettivo, un po’ ambizioso, delle privatizzazioni, era stato in seguito abbassato prima a 19 miliardi e poi a 11 miliardi di euro entro il 2015. Ora l’incasso di 712 milioni di euro porta un po’ di tranquillità, anche se la Troika si aspetta quest’anno altri 2 miliardi di euro di incassi. Il Governo prevede di incamerare 2,3 miliardi di euro dalla vendita della società del gas Depa e dall’operatore di rete-gas Desfa, a cui sono interessati vari operatori internazionali tra cui i russi e i cinesi. Un passo importante per due motivi: rivitalizzare l’economia greca con investimenti esteri e ridurre il peso della mano pubblica.