La notizia - che ha dell'incredibile – inizia in Grecia, paese da sei anni alle prese con la peggiore recessione economica dal dopo guerra. Anzi, inizia da una interpellanza del deputato greco di Nea Dimokratia, George Kasapidis, che in parlamento ad Atene ha chiesto al suo Governo cosa intenda fare per difendere il formaggio "feta", un simbolo del paese mediterraneo e della sua tradizionale cucina, dalle pretese degli allevatori canadesi che lo vorrebbero produrre a dispetto delle tutela del marchio, grazie a un presunto accordo fatto alla chetichella dalla Commissione europea con il Canada.
Inoltre, come se non bastasse nel presunto accordo con i canadesi ci sarebbe – ha aggiunto il deputato ellenico – anche «il gorgonzola italiano». Voci senza fondamento o qualche manovra disinvolta all’orizzonte di qualche burocrate di Bruxelles? Nessuno ufficialmente ne sa niente ma la notizia è riportata dal secondo quotidiano greco, To Vima, http://www.tovima.gr/opinions/article/?aid=529731 secondo cui pochi giorni fa l’accordo commerciale con i canadesi sarebbe stato preso, senza tanti clamori, dalla Commissione europea di Bruxelles all'inzio del mese di settembre.
In base a questo presunto accordo i canadesi potrebbero produrre i due formaggi sotto tutela e venderli in tutta Europa. L’accordo in questione dovrebbe poi essere discusso al parlamento europeo – prosegue il quotidiano To Vima che riporta il discorso dell’onorevole parlamentare greco – a fine settembre dove ci sarà battaglia ma l’esito è molto incerto per via del voto dei paesi del Nord Europa che non ci tengono a difendere i formaggi e i cibi dell’Europa del Sud. Anzi hanno in passato tentato di imitarli.
La complicata storia non è ancora finita. A quel punto riporta il quotidiano greco ci vorrà l’approvazione definitiva del consiglio dei mininistri dell’Agricoltura previsto nel mese di novembre. Il deputato greco di Nea Demokratia, il partito di maggioranza ad Atene, ha fatto presente che tutte queste consultazioni finora sono state fatte all’insaputa del commissario greco Maria Damanaki o di qualsiasi altro rappresentante ellenico a Bruxelles. Insomma si tratterebbe di un blitz di oscuri burocrati brussellesi. Ma il deputato greco ha rotto il silenzio e ora chiede al suo governo di intervenire contro i paesi del Nord Europa che vogliono da sempre produrre formaggi ad imitazione di quelli del Sud Europa.
Oggi, però, nessuno per decisione della Corte europea può usare la parola «feta» o aggiungiamo noi «gorgonzola» anche solo se accompagnata da espressioni quali “genere”, “tipo”, “metodo”, “alla maniera”, “imitazione” o simili». Insomma i due formaggi a denominazione di origine controllata sono blindati.
E allora che sta succedendo con i canadesi che aggiunge il deputato greco non sanno nemmeno che per la feta si usa il formaggio di capra? Il giallo per ora resta tale, in attesa della risposta ufficiale del governo ellenico.