Che succede dietro l'angolo di casa nostra? Nella vicina Slovenia si ricominciano sentire gli scricchiolii pericolosi di una crisi economica mai sopita e che alcuni hanno paragonato a una Cipro alpina per via delle similitudini con le banche in difficoltà.
A risvegliare l'interesse degli investitori è stata la notizia che due banche minori slovene, la Probanka e la Factor banka, sono state sottoposte alla liquidazione controllata. A comunicarlo nel week end sono stati il governatore dell'Istituto centrale sloveno Bostjan Jazbec e il ministro dell'economia Uros Cufer.
Il provvedimento si è reso necessario per l'inadeguatezza del capitale delle banche, per il prolungarsi delle loro ricapitalizzazioni e per la scarsa liquidità rilevata, che segnalava una tendenza negativa. La cessazione dell'attività, secondo Cufer e Jazbec, non dovrebbe portare a perdite per i risparmiatori, cui dovrebbero essere ripagati tutti i depositi.
Ad assicurare il corretto procedimento della liquidazione anche le garanzie statali: di 490 milioni di euro quella per la Probanka, di 540 milioni per la Factor. Le garanzie, oltre che per il ripagamento dei risparmiatori, dovrebbero servire anche ad assicurare liquidità necessaria ai due crediti. Lunedì scorso non si sono verificati segnali di nervosismo da parte dei correntisti delle due banche.
A complicare le cose sul fronte baqnacrio si sono aggiunti gli ultimi dati sullo stato di salute delle banche slovene a cui sembra sia risalita la temperatura. Le perdite del settore bancario sloveno nel primo semestre dell'anno ammontano a 215,6 milioni di euro, come reso noto mercoledì 11 settembre 2013 dalla banca centrale slovena. Le perdite nello stesso periodo dell'anno scorso erano risultate di molto i nferiori, pari a soli 24 milioni di euro. Non basta. Un altro dato preoccupante è quello dei bad loans (prestiti con ritardi sui pagamenti di oltre 90 giorni) che è salita dai 7 miliardi di fine 2012 a 7,54 miliardi registrati a fine giugno di quest'anno.
Dall'analisi della Banca centrale slovena si può constatare un calo dei ricavi dagli interessi sui prestiti e un aumento dei costi, dovuto soprattutto alle sofferenze sui crediti e agli accantonamenti.