In 48 ore sono stati spediti più di 14 milioni di tweet in Turchia sul caso di Berkin
Elvan, il 15enne in coma da nove mesi dopo essere stato ferito alla testa da un candelotto lacrimogeno mentre andava a comperare il pane per la sua famiglia durante le manifestazioni di Gezi Park, morto nella mattina di martedì 11 marzo. La vicenda ha colpito l'immaginario popolare turco e ha infiammato di nuove le piazze della principali città turche anche perché il governo non ha avuto parole di cordoglio per la vicenda.
Mercoledì 12 marzo centinaia di migliaia di persone hanno partecipato in tutto il paese a manifestazioni di protesta in parallelo ai funerali del giovane a Istanbul dove un fiume di persone ha seguito le esequie. Secondo i dati forniti da Keyhole, solo l'hashtag #BerkinElvanOlumsuzdur (BerkinElvanImmortale) è stato twettato 11,9 milioni di volte. I tweet sull'adolescente morto dopo 269 giorni di coma fra martedì e mercoledì hanno raggiunto 70 milioni di persone in tutto il mondo. Le reti sociali sono diventate uno strumento fondamentale nella resistenza dei giovani turchi dalla rivolta di Gezi Park nel giugno scorso, quando 20 milioni di tweet venivano scambiati ogni giorno.
Il premier islamico moderato Recep Tayyip Erdogan allora aveva definito i social network una "piaga per la società". Non a caso Erdogan il mese scorso ha minacciato di chiudere Youtube e Facebook dopo le elezioni amministrative previste il prossimo 30 marzo. Posizione che ha visto il presidente della Repubblica Gul assumere una posizione più cauta e prudente, nell'ennesimo gioco delle parti tra i due politici entrambi dell'Akp, il partito di maggioranza relativa al potere ininterrottamente da dodici anni in Turchia.