Che succede nella tranquilla Lubiana, capitale della Slovenia, a pochi passi dal confine italiano? E’ arrivata una protesta formale del presidente della Bce, Mario Draghi, contro la perquisizione e i sequestri – definiti “illegali” – da parte delle autorità della Slovenia presso la Banca centrale nazionale e in particolare su “informazioni della Bce” contenute in archivi e sistemi informatici del governatore – che come tutti i suoi colleghi dell’area euro siede nel consiglio direttivo della Bce a Francoforte – di un ex governatore e di alcuni dipendenti.
Draghi, che è stato informato dei fatti dal governatore sloveno Jazbec, ha preso carta e penna e scritto una formale lettera di protesta al procuratore generale dello Stato sloveno Fiser. E un’altra missiva al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, a cui ha chiesto di prendere posizione.
Il sequestro di materiali di competenza della Bce, “indipendentemente da dove ciò avvenga viola il protocollo su privilegi e immunità dell’Unione europea – afferma Draghi -. Protesto contro l’illegale sequestro e richiamo le autorità slovene a porvi rimedio. Sulla base della loro risposta, la Bce La invita gentilmente – dice Draghi a Juncker – ad assumere i passi necessari”.
Nella lettera al procuratore sloveno Draghi “deplora” che non si sia cercata una soluzioni che tutelasse le immunità degli archivi Bce. Infine chiarisce che l’istituzione manterrà il suo atteggiamento di “non interferire con le indagini preliminari nazionali”.
Per parte della Commissione europea, il portavoce Margaritis Schinas ha confermato l’arrivo della lettera aggiungendo che l’esecutivo comunitario “seguirà da vicino tutti gli sviluppi della vicenda” e che “è ancora presto per trarre conclusioni”.
La vicenda è complessa e risale alla denuncia di alcuni gruppi di risparmiatori che si sono opposti alle modalità del salvataggio delle banche slovene avvenuto nel 2013 e alle perdite che essi avevano dovuto subire. La polizia slovena ha condotto ieri delle perquisizioni per verificare delle possibili irregolarità sul salvataggio del sistema bancario del 2013, appropriandosi di «informazioni della Bce detenute dalla banca centrale slovena». Il 19 luglio la Corte di giustizia europea dovrà esprimersi sul fatto relativo al salvataggio bancario sloveno: in particolare se la decisione di azzerare il debito subordinato e azioni siano state in linea con il diritto comunitario. Anche la Corte costituzionale della Repubblica di Slovenia – probabilmente nel 2017 – deciderà sempre sul tema del debito subordinato e azioni e salvataggi bancari.