Nuovo colpo alla libertà di espressione in Turchia le cui autorità stanno virando verso un sistema sempre più autocratico. Le autorità turche hanno bloccato l’accesso a Wikipedia, l’enciclopedia on-line in tutte le lingue per contenuti che secondo Ankara presentano il paese come sostenitore del terrore e ne danneggiano l’immagine. L’agenzia ufficiale turca, Andolou citando il ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni, ha reso noto che oggi il sito è stato bloccato “dopo essere diventato una fonte di informazione che agisce con i gruppi che conducono una campagna nociva contro la Turchia nel contesto internazionale”. Turkey Blocks, un gruppo di monitoraggio delle attività online, ha precisato che dalle 8 del mattino di oggi era impossibile accedere al sito.
Un errore? Un semplice malinteso? Non proprio. Secondo Anadolu le autorità turche avevano chiesto a Wikipedia di rimuovere dei contenuti sui legami fra la Turchia e alcuni gruppi terroristi, ma il sito non lo ha fatto. La Turchia ha spesso e più volte bloccato l’accesso a Twitter, Facebook e YouTube. Numerosi siti antigovernativi sono inaccessibili agli utenti.
L’ennesima prova di forza di Erdogan non è passata sotto silenzio a Bruxelles. Il cancelliere austriaco Christian Kern ha dichiarato che la decisione della Turchia di bloccare l’accesso a Wikipedia è “veramente preoccupante” e le censure e le detenzioni relative a un colpo di stato fallito del 15 luglio del 2016 mostrano che “dobbiamo portare i nostri rapporti con la Turchia a un nuovo livello”. “Non possiamo permetterci di avere un paese instabile con 80 milioni di cittadini”, ha aggiunto il socialdemocratico Kern, nel sabato a Bruxelles, a margine di una riunione dei leader dell’Unione europea su caso Brexit. Vienna ha in passato chiesto il congelamento delle trattative per l’allargamento con la Turchia per lanciare un segnale chiaro e forte sul fronte dei diritti umani ma la Germania, preoccupata della possibile ripresa del flusso dei migranti siriani verso la via Balcanica, ha chiesto toni più moderati per non irritare Erdogan in vista delle elezioni politiche tedesche di settembre.
La Turchia ha incarcerato 81 giornalisti l’anno scorso, più di qualsiasi altro paese al mondo compresa la Cina, secondo il comitato di New York (Committee to Protect Journalists.) che proteggere l’attività dei giornalisti nel mondo .