Tornando da Vienna dopo aver seguito le recenti e importanti elezioni politiche del piccolo paese alpino, ho avuto, sentendo le rimostranze del segretario del maggior partito di governo italiano verso il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, un senso di disagio.
Prima ho provato un po’ di incredulità poi di imbarazzo. Capisco che la campagna elettorale si avvicina e i toni si fanno più accesi ma attaccare il governatore in carica in modo così diretto non è prassi istituzionale comune in Europa. Penso a cosa avranno provato i banchieri centrali, di cui Visco fa parte, ai piani alti di Francoforte. Questo non vuol dire che non ci sia il diritto di critica (ci mancherebbe altro) ma come diceva Orazio “est modus in rebus”, esiste una misura nelle cose. Ignazio Visco 67 anni è governatore di Bankitalia dal 2011. Assunto nel 1972 dal 1997 al 2002 è stato capo del dipartimento economico dell’Ocse a Parigi. In quell’occasione ho avuto il privilegio e l’opportunità di conoscerlo in occasione di un’intervista che mi concesse su cui spaziava con competenza e capacità comunicativa non comune sui maggiori temi macroeconomici del globo. Poi ho avuto modo di intervistarlo in un’altre occasioni, sempre a margine di eventi internazionali di primaria grandezza, su temi di economia internazionale .
L’Ocse ha un centro studi economico di primaria importanza che rivaleggia con quello del Fondo monetario internazionale di Washington. Essere a capo del dipartimento economico di quell’organismo non è compito facile e consente di formarsi un’esperienza unica. Un’esperienza che il governatore ha saputo trasfondere nel suo successivo incarico a Palazzo Koch. Perché per capire i problemi locali bisogna saper vedere il panorama complessivo per meglio affrontarli e cercare le soluzioni più idonee. E questo, mi sento di dire, il governatore ha saputo fare con competenza e visione nel corso, della crisi economica più difficile dai tempi della Grande depressione del ’29.