Mentre proseguono i colloqui per un governo tra popolari di Sebastian Kurz e i liberal-nazionali di Strache che chiede il ministero degli Interni, titolare tra l’altro del potere di gestire le domande di asilo o il loro respingimento, arrivano i primi dati sui rimpatri forzati nella piccola repubblica alpina. In Austria – riporta l’Ansa – sono in forte calo le richieste d’asilo, mentre si registra un boom dei rimpatri forzati dei migranti. Tra gennaio e ottobre sono state registrate 21.130 domande d’asilo, che corrisponde a un calo del 43,3% rispetto lo stesso periodo del 2016. Il “tetto” di 35.000 richieste all’anno, che Vienna si è autoimposto, è perciò ancora lontano e con ogni probabilità non sarà raggiunto. E’ calato anche del 16% il numero dei rimpatri volontari (4.089), mentre quelli forzati sono cresciuti del 50,7% (5.788).
Soddisfatto il ministro degli Interni austriaco Wolfgang Sobotka: “Ogni domanda – ha detto – viene valutata singolarmente, in diversi gradi e indipendentemente. Chi però non ha il diritto di rimanere, deve lasciare il nostro paese. Per questo puntiamo con rigore sui rimpatri”. Insomma il nuovo governo che avrà mano dura sui rimpatri ha già fatto sentire i suoi effetti ancora prima di essere varato.