L’idea non è nuova ma, per ora, non è stato trovato nulla di meglio: bisogna creare un piano Marshall per i Paesi dell’Africa. Una strategia finanziaria (aiutarli a casa loro, si direbbe oggi in sintesi) che, sotto l’egida dell’Onu, stanzi 40 miliardi di euro per far crescere economicamente quei territori, coinvolgendo il mondo imprenditoriale. Lo ha ribadito il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, alla conferenza Ue-Africa – riporta l’Ansa – che ha riunito al Parlamento europeo i leader politici africani, rappresentanti dell’Unione Africana e funzionari dell’Onu. L’obiettivo è ambizioso ma sempre più necessario: rilanciare i legami politici ed economici tra l’Unione Europea e il continente già forti in vista del vertice che si terrà il 29-30 novembre ad Abidjan. Un vertice che, secondo Tajani, “deve concludersi con un risultato diverso e una tabella di marcia chiara e completa”.
“Dobbiamo lavorare affinché nel prossimo bilancio pluriennale Ue il fondo di investimenti per l’Africa sia dotato di almeno 40
miliardi. Grazie all’effetto leva e alle sinergie con la Banca europea per gli investimenti (Bei) si potrebbero mobilizzare
investimenti pubblici e privati per circa 500 miliardi”, ha detto il presidente dell’Europarlamento. Un meccanismo – quello dell’effetto leva – preso a prestito dal cosiddetto Piano Juncker per gli investimenti.
“L’obiettivo – ha spiegato Tajani – è di creare un contesto favorevole allo sviluppo di una base manifatturiera, all’imprenditoria, alla nascita di Pmi, al lavoro per i giovani”. Secondo il presidente dell’Europarlamento, “per molti anni l’Unione non ha guardato all’Africa con attenzione voluta, spesso ci siamo voltati dall’altra parte, incurante delle emergenze umanitarie, climatiche, sicurezza, stabilità che affliggono il continente, senza maturare una reale consapevolezza del nostro primario interesse strategico”.
“L’Europa – ha proseguito il presidente – si è mossa in ordine sparso, in un percorso lastricato di buone intenzioni, ma con scarsi
risultati, perseguendo interessi diversi e agende diverse. Senza incidere davvero, economicamente e politicamente sul futuro del
continente. E’ tempo di un nuovo inizio prima che sia troppo tardi”. Sul fronte dell’emergenza migranti, Tajani sostiene che
l’Unione Europea debba “investire risorse analoghe a quelle utilizzate per la famosa rotta dei Balcani, (quella che dal paese greco di Idomeni al confine della Macedonia, finiva in Germania, nrd) per chiudere i corridoi del Mediterraneo centrale, promuovere stabilità e lotta al terrorismo. Questi fondi vanno spesi in Libia, Tunisia, Algeria, Marocco, Niger, Ciad o Mali”.
Sull’emergenza migranti, in particolare sulla situazione in Libia, è intervenuto anche l’Alto rappresentante per la Politica
Estera, Federica Mogherini. “Non possiamo ignorare il trattamento inumano riservato ai migranti in Libia”. Ma è una
situazione che “si protrae da anni e l’Unione Europea già da tempo è impegnata per salvare queste persone e smantellare
questa rete di criminali”. “Come europei – ha aggiunto -dobbiamo far fronte a questa situazione drammatica dei nostri
fratelli e sorelle africani. Il nostro obiettivo è chiudere i centri di detenzione”.
Il modello a cui ci si ispira a Bruxelles per dare stabilità al Continente africano sembra essere quello usato dalla Cancelliere tedesca Angela Merkel che nel 2015 dopo aver aperto le porte ai migranti ha contrattato con la Turchia, pagando 6 miliardi di euro, per chiudere la rotta Balcanica.