Uno scandalo scuote la vita politica greca e getta una nuova luce sul tracollo dei conti pubblici nel decennio passato. Il Parlamento greco ha deciso giovedì 22 febbraio di istituire una commissione d’inchiesta sulle presunte maxi tangenti pagate tra il 2006 e il 2015 dalla multinazionale svizzera Novartis ad alcuni politici di spicco tra cui due ex premier ed ex ministri. Le fonti delle accuse arrivverebbero da un ramo di una indagine americana dell’Fbi e avrebbe anche una serie di testimoni oggi sotto protezione.
La società farmaceutica è accusata dalle autorità elleniche di aver alterato il mercato per vendere farmaci e vaccini a prezzi maggiorati. L’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico con sede a Parigi, segnala che gli acquisti di medicinali in Grecia sono aumentati dal 23,6% della spesa sanitaria complessiva nel 2006, al 30,7% nel 2011. Il danno all’economia greca, secondo alcune stime, ammonta a 3 miliardi di euro, altre fonti parlano invece addirittura di 23 miliardi di euro complessivi. L’opposizione di centro destra di Neo Dimokratia ha rispedito al mittente le accuse di Syriza parlando di campagna denigratoria orchestrata dal premier in carica Alexis Tsipras per distorgliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla vicenda delle difficili relazioni con la ex Repubblica juogoslava di Macedonia.