E’ finita come previsto: con un rapido rimpasto di governo in Grecia la piccola crisi politica nata per una indennità legittima a una abitazione di due ministri in carica. Ma andiamo con ordine. Hanno giurato il 1° marzo alla presenza del presidente della Repubblica, Prokopis Pavlopoulos, alcuni nuovi ministri e viceministri, tra cui il nuovo responsabile dell’Immigrazione Dimitris Vitsas, che prende il posto di Yiannis Mouzalas, spinto a lasciare per motivi di salute.
Il rimpasto di governo si è reso necessario dopo le dimissioni del ministro dell’Economia e dello Sviluppo Dimitris Papadimitriou, un economista con vasta esperienza negli Stati Uniti, che ha lasciato il suo incarico dopo che sua moglie, la viceministro per la solidarietà sociale Rania Antonopoulou, si era dimessa travolta dalle polemiche rese note da un quotidiano per un sussidio statale per la casa collocata nel quartiere bene di Kolonnaki ad Atene da 23.000 dollari. La coppia è tra le più ricche della politica greca, e il sussidio – pur perfettamente legale – ha creato non poco imbarazzo al governo del radicale di sinistra Alexis Tsipras, in un paese dove la crisi è ancora pesante dopo otto anni di austerità. Al posto di Papadimitriou va il vicepremier Yiannis Dragasakis, fidato di Tsipras. Entra al governo anche il vecchio leader socialdemocratico Fotis Kouvelis (viceministro della Difesa) che aveva in passato partecipato alle elezioni con una propria formazione.