Che succede in Germania, la locomotiva dell’euro zona? Basta guardare questo eloquente grafico in pagina della Bank of America Merril Lynch per avere un soprassalto sulla comoda sedia dove siete seduti. Berlino è diretta verso una leggera recessione tecnica, cioè secondo i manuali di macro economia come il Samuelson, verso due trimestri consecutivi di crescita negativa. Niente di drammatico visto che la Banca Mondiale ha appena ridotto le previsioni globali di crescita per America, Europa e Asia.
Ma torniamo a Berlino dove più in dettaglio gli economist della BofA prevedono la Germania in recessione. Come? BofA vede una crescita del Pil tedesco del quarto trimestre 2018 a -0,1% su base trimestrale dopo il -0,2% del terzo trimestre sempre su base trimestrale. Non va meglio per la produzione industriale dove si stima un declino vicino al 2% sempre su base trimestrale. Non resta che sperare che il resto dei settori dell’economia teutonica abbiano risultati migliori in modo tale che possano compensare questo declino ma effettivamente è sperare troppo per una economia non molto diversificata.
Resta da vedere cosa farà il governo tedesco che ha molte leve da usare in suo potere, cioè ha molto fieno in cascina perché ha seguito i consigli di Ocse e Fmi di riparare il tetto quando in cielo splende il sole. La solerte Germania ad esempio potrebbe cercare di evitare il il rallentamento economico allentando il carico fiscale sulle imprese. Un’idea nienteaffatto originale ma che piace alla nuova presidente della Democrazia Cristiana, Annegret Kramp-Karrenbauer, fresca di nomina e che cerca sempre più visibilità nel sistema politico tedesco. Si tratterebbe di seguire le orme del poco amato presidente americano, Donald Trump, ma che avrebbe il pregio di intraprendere una via che ha dimostrato, al di là dell’Atlantico, di aver funzionato. Insomma si tratterebbe di imboccare la strada del pragmatismo non delle ideologie, di cercare soluzioni prima che la frenata dell’economia nell’eurozona e nella locomotiva tedesca renda tutto più complesso in vista delle importanti elezioni europee di maggio.
Il surplus del bilancio federale tedesco è giunto a oltre 11 miliardi di euro lo scorso anno, alimentando il dibattito sui possibili tagli fiscali all’interno della coalizione di governo tra conservatori della Merkel e dei socialdemocratici. Il ministro delle finanze SPD, Olaf Scholz, ha sollevato la possibilità di alleggerire la pressione fiscale in caso di rallentamento, ma la CDU vuole agire preventivamente, ha detto la presidente Annegret Kramp-Karrenbauer. Solo questione di tempistica dunque non di direzione di marcia.
Ma il diavolo è spesso nei dettagli. “Quando il ministro delle finanze ha detto che vede margini di riduzione delle tasse se la crescita economica si dovesse raffreddare, diciamo che i tagli alle tasse dovrebbero essere fatti per evitare un raffreddamento della crescita”, ha detto Kramp-Karrenbauer in un’intervista a Welt TV. “Questo deve essere discusso nella coalizione di governo”.
La disputa sulle tasse è un altro segno della tensioni crescenti nella coalizione mentre la Germania si dirige verso le elezioni europee di maggio e una serie di voti regionali entro la fine dell’anno. Se la Spd non fosse in grado di invertire il suo calo nei consensi, potrebbe decidere di staccare la spina dal governo, probabilmente innescando elezioni anticipate.
Kramp-Karrenbauer ha ribadito la proposta della CDU di abolire completamente il cosiddetto “Soli” – un prelievo per contribuire al finanziamento della riunificazione tedesca. L’accordo di coalizione prevede di abolire la tassa per tutti tranne il 10 per cento più ricco entro il 2021. “Abbiamo preso la nostra decisione in merito, i socialdemocratici hanno una posizione diversa”, ha detto Kramp-Karrenbauer. “In questo senso, resta un problema all’interno della coalizione”. Ma sembra che ci sia la volontà di accelerare i tempi per rispondere prontamente alla crisi in arrivo. I tedeschi amano pianificare per questo detestano reagire a situazioni impreviste.
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