Un punto per Mitsotakis: i sirtaki bond come collaterale in Bce

L’Euribor il 10 aprile è sceso a -0,22 mentre il 16 marzo era a quota – 0,49. Cosa significa questo aumento (algebrico) dei tassi a breve? Vuol dire che c’è crescente richiesta di liquidità sul mercato nonostante la massiccia dose di liquidità immessa dalla Bce e i tassi principali a zero e quello sui depositi a -0,50%. Di fronte a questo “new normal” la Bce ha cambiato registro ed è tornata dopo 5 anni ad accettare i titoli greci anche se “below investment grade”, cioè speculativi come garanzia collaterale in caso di richiesta di liquidità da parte della banche greche. E’ una svolta storica e un punto per il premier conservatore greco Kyriakos Mitsotakis che è subentrato ad Alexis Tsipras, sinistra radicale, ora all’opposizione. La fine del lungo ostracismo dei bond greci come collaterale deciso il 7 aprile da Francoforte cmette fine a un atteggiamento rigido che molte polemiche aveva suscitato e che durava da cinque anni, una mossa che ha alleggerito la valutazione di rischio ai prestiti bancari e ha decurtato gli ‘haircut’, i margini di garanzia sulla liquidità, per impedire che “l’emergenza del coronavirus” possa generare una stretta creditizia.
Dopo un inizio incerto, quando la presidente francese Christine Lagarde aveva detto “non siamo qui per chiudere gli spread”, l’Eurotower ha cambiato politica. Non solo sul fronte della politica monetaria, sulle banche, che si ritrovano in prima linea data la colossale crisi di liquidità per famiglie e imprese, specie le Pmi, a causa dei lockdown causati dal virus. Nelle scorse settimane è arrivata la nuova maxi-liquidità con i prestiti Ltro con incentivi a dar credito più vantaggiosi che mai. Dalla Vigilanza della Bce ( guidata da Andrea Enria è un economista italiano, dal novembre 2018 presidente del consiglio di sorveglianza della Bce dopo essere stato presidente dell’EBA, l’autorità bancaria europea)  le banche hanno poi avuto un allentamento senza precedenti dei requisiti patrimoniali.
Ora, di fronte al ‘credit crunch’ la Bce si spinge oltre le Colonne d’Ercole, con una mossa che spinge le banche a prestare senza rischio di credito e liquidità. Per la prima volta dal 2015, quando la Bce venne accusata di chiudere i rubinetti alle banche greche (si stava insediando il governo radicale di sinistra di Alexis Tsipras con Yanis Varoufakis alle Finanze) la Bce torna ad accettare i titoli ellenici come collaterale fornito dalle banche per avere liquidità, nonostante il rating tuttora speculativo del paese. Una decisione che mette fine al ricorso all’Ela, un canale di emergenza usato finora ma più caro per le banche greche.