L’Iran degli ayatollah starebbe per siglare un accordo valido per 25 anni di cooperazione economica con la Cina di Xi Jinping per uscire dalla morsa economica in cui è precipitata a causa del Covid e delle sanzioni americane. Ad annunciarne i pericoli di “vassallaggio economico” dell’accordo segreto tra il “Leone e il Dragone” dove il leone sarebbe l’Iran e il dragone la Cina è stato Mahmoud Ahmadinejad che secondo il Jerusalem Post avrebbe denunciato l’intesa nel corso di un comizio politico tenuto dall’ex presidente iraniano nella provincia di Gilan. Ahmadinejad si è apertamente schierato contro la firma di questo accordo e delle clausole segrete che metterebbe a suo dire l’Iran alla mercè della Cina consentendo a Pechino di prendere ciò che desidera dell’economia iraniana.Cioè gas e petrolio.
Negli ultimi giorni i media iraniani hanno messo in evidenza la possibilità di un accordo della durata di 25 anni con la Cina che vedrebbe l’Iran beneficiare della forza dell’economia cinese e contribuire ad aumentare il partenariato tra i due paesi. L’Iran e la Cina hanno già da tempo relazioni molto strette e la Cina è desiderosa di coinvolgere l’Iran nei suoi vari piani economici di espansione, come la Belt and Road Initiative che ultimamaente stanno subendo rallentamenti. L’Iran del premier Hassan Rohani e del ministro degli Esteri Zarif si è dimostrata aperta alla partecipazione a queste iniziative cinesi e ha cercato di aprirsi economicamente anche alla Turchia di Erdogan e la Russia di Putin.a causa delle sanzioni statunitensi. Ma Ahmadinejad, che gode di una vasto seguito nelle fasce più povere della popolazione soprattutto di Teheran sud si oppone all’accordo e brandisce il vessillo del nazionalismo sostenuto dal quotidiano Tasnim.
Il rial ai minimi
A complicare la drammatica situazione economica iraniana c’è anche la svalutazione del rial che ormai è “carta straccia” nei confronti di dollaro ed euro. Il rial iraniano è sceso a un nuovo minimo rispetto al dollaro USA sul mercato non ufficiale, poiché l’economia iraniana è sotto pressione dalla pandemia di coronavirus e dalle sanzioni statunitensi. Il dollaro è stato offerto il 4 luglio a un massimo di 215.500 rial, diminuendo ancora da quota 208.200 del giorno prima, secondo il sito di cambio Bonbast.com. Il sito web del quotidiano economico Donya-e-Eqtesad, ha fissato il tasso in dollari a 215.250, rispetto ai 207.500 del 3 luglio. Nel maggio 2018, il presidente Donald Trump ha ritirato gli Stati Uniti da un accordo multilaterale denominato dei 5+1 volto a frenare il programma nucleare iraniano e ha reintrodotto pesanti sanzioni economiche e finanziarie che da allora hanno colpito pesantemente l’economia del paese. Un forte calo dei prezzi del petrolio e un crollo dell’economia globale hanno approfondito ulteriormente la crisi economica nel paese, che ha anche il più alto numero di morti in Medio Oriente a causa della pandemia. Il declino del rial è continuato senza freni nonostante le rassicurazioni del governatore della Banca centrale iraniana Abdolnaser Hemmati la scorsa settimana, che la banca aveva iniettato centinaia di milioni di dollari per stabilizzare il mercato valutario. Ma senza successo. Il rial ha perso circa il 70% del suo valore nei mesi successivi a maggio 2018. Ovviamente il tasso di cambio ufficiale è di 42.000 rial per dollaro e viene utilizzato principalmente per le importazioni di alimenti e medicine sovvenzionati dallo Stato. Ma gli operatori del bazar sanno che non ha nessun significato economico.