Assediato dal calo della lira contro il dollaro e l’euro e da una situazione economica sempre più fragile con gli investitori internazionali pronti a abbandonare i titoli e azioni del Paese della Mezzaluna sul Bosforo a causa anche degli sforzi militari sempre più costosi in Siria, Somalia e Libia, Erdogan è sulla via di diventare un nuovo Sultano sposando tesi sempre più nazionaliste e filo-islamiche e mettendo in soffitta lo stato secolare ereditato da Kemal Ataturk, il fondatore della Turchia moderna. Ecco perché il presidente turco ha deciso di trasformare in moschea lo splendido museo Kariye Cami, conosciuto anche con il nome di monastero di Cristo Salvatore in Chora. Il decreto presidenziale di Erdogan è una fotocopia esatta di quanto avvenuto con l’antica basilica cristiana, ex museo e ora di nuovo moschea di Santa Sofia e annulla la decisione con cui il monastero era stato trasformato in luogo museale. La vicenda dimostra che Erdogan ormai ha una chiara agenda per islamizzare il Paese medio-orientale e allontanarlo sempre di più dai principi laici dell’Unione europea. E i contrasti diplomatici sempre più forti con il presidente francese Emmanuel Macron ne sono la prova evidente.
Il museo Kariye Cami si trova a Istanbul nel quartiere di Fatih. Con questa ennesima controversa decisione, il museo passa sotto il controllo della Direzione degli Affari religiosi (Diyanet), che provvederà ai lavori per la sua trasformazione in moschea.
Una mossa che non mancherà di suscitare nuovi allarmi nelle Cancellerie occidentali. Il monastero è stato edificato nel 534, nel periodo bizantino. Le mura interne, i pilastri e le cupole sono ricoperte da mosaici ed affreschi.
Dopo la conquista di Costantinopoli da parte degli Ottomani (1453), il monastero è stato trasformato in moschea nel 1511, come avvenne a Santa Sofia. Nel 1945, la Repubblica di Turchia ha convertito la moschea in un museo. Ma erano altri tempi, quando la Turchia guardava a Occidente, abbandonava l’uso dell’arabo e abbracciava l’alfabeto latino seguendo le indicazioni di Kemal Ataturk che ai suoi tempi girava i villaggi dell’Anatolia per imporre i costumi occidentali e modernizzare il paese dopo la disgregazione dell’impero Ottomano.
Il monastero di Chora è uno dei più importanti esempi dell’arte bizantina per quanto riguarda i mosaici e affreschi. Parte dei suoi affreschi e mosaici – che quando venne trasformata in moschea nel 16° secolo erano stati coperti da un intonaco – sono stati resi di nuovo visibili nel 1958. Ora probabilmente verranno di nuovo coperti in qualche modo e si torna indietro nel tempo.