C'è la crisi ma gli italiani sono in prima linea per comprare casa a Londra, segno di un paese a due velocità che rende insopportabile l'austerity perchè diseguale: chi paga le tasse (sempre più care e va in pensione sempre più tardi) e chi continua ad evadere allegramente, gode di sanità e pubblica istruzione gratuite e cerca di fare affari all'estero dove l'occhio del fisco italiano è meno vigile. Ma andiamo con ordine. Michael Sanders economista a Citi ha reso noto in un report che "L'indagine RICS in Gran Bretagna mostra una leggera aspettativa di prezzi stabili dopo i continui cali dei mesi precedenti. Ma Londra fa eccezione in termini di mercato immobiliare perché i prezzi delle abitazioni sono balzati del +44% nel mese di febbraio, dopo un +43% a gennaio mentre il saldo netto è negativo in tutte le altre regioni del Regno Unito". Che succede duqnue nella Gran Bretagna del premier David Cameron?
"La disparità tra i prezzi delle case di Londra e la media nazionale è insolitamente ampia in questo momento. Un fattore chiave è la forte domanda di immobili a Londra tra i facoltosi compratori stranieri, che sono probabilmente meno vincolati dalla debolezza dei redditi delle famiglie e della stretta sui mutui nel Regno Unito – continua il report di Citi -. La domanda estera è supportata dalla sterlina bassa, rapida crescita dei redditi in alcuni paesi emergenti e il desiderio di spostare ricchezza dalla periferia dei paesi dell'euro. Knight Frank ha recentemente affermato: "Gli acquirenti stranieri rappresentano ormai oltre il 50% degli acquisti nel centro di Londra, con un aumento notevole di acquirenti italiani dall'inizio dell'anno." Questo flusso potrebbe persistere per qualche tempo, molto tempo dopo la cosiddetta "Stamp esention", una facilitazione fiscale. La correlazione tra i prezzi delle case, vendite delle case e spesa dei consumatori è elevato nel Regno Unito. Tuttavia, ora assistiamo a una ripresa del mercato immobiliare londinese spinta da acquirenti stranieri". Forse aggiungiamo noi oltre agli italiani, ci sono anche i ricchi greci che hanno portato all'estero i capitali in attesa di vedere come andranno a finire le prossime elezioni politiche previste forse per il 15 aprile, se il paese resterà nell'euro e se dopo con una nuova dracma svalutata si potranno fare buoni affari comprando a poco, aziende o beni statali da privatizzare. I problemi dei periferici dell'eurozona stanno diventando un'opportunità per risolvere gli affanni del mercato immobiliare e finanziario britannico. Come dicevano i latini: Mors tua, vita mea.