Turchia, JPMorgan suona il campanello d’allarme

Ancora un campanello d'allarme per l'economia turca. Ora è la volta di JPMorgan Chase che consiglia agli investitori,  dopo l'ultimo rialzo di borsa a Istabul, di vendere le  azioni turche,  riportando tra le cause di rischio l'incremento dei prezzi del petrolio, l'indebolimento della lira e un record del deficit delle partite correnti. Anche Goldman Sachs aveva suonato lo stesso tasto.
La banca d'affari ameiricana JPMorgan ha anche rimosso la banca turca Yapi & Kredi Bankasi (al 50% rispettivamente di Unicredit e famiglia Koc) e  la Turkiye Halk Bankasi  dalla sua " CEEMEA strategy Top 9 List ', secondo una e-mail datata ieri edeleborata secondo le indicazioni di alcuni analisti delle banca stessa tra cui David Aserkoff a Londra. JPMORGAN ha invece aggiunto la Turkiye Garanti Bankasi AS alla lista ,ritenendola '' più liquida, e a un beta più basso,'' ha spiegato sempre Aserkoff.
'' Pensiamo che le valutazioni sull'andamento azionario della piazza di Instanbul siano corretti, piuttosto che a buon mercato – ciò che ci preoccupa è il il recente incremento dei rischi macroeconomici", ha affermato JPMorgan. '' Solo il Sudafrica sembra più costoso.'' Solo un avvertimento nel deserto? Non proprio. Sono ormai in molti gli osservatori internzionali che chiedono alla Turchia del premier Erdogan una maggiore azione diretta a ridurre il deficit delle partite correnti, un elmento che potrebbe diventare il tallone d'Achille dell'economia turca.