Nell'ultimo Economic Outlook, il rapporto sullo stato dell'economia del mondo, elaborato dal Fmi c'è una piccola perla che merita un commento. In un box – scritto dal capo economista del FMI Olivier Blanchard e dall'economista Daniel Leigh – si sostiene senza mezzi termini che "l'Fmi e altre importanti istituzioni internazionali, tra cui la Commissione europea, hanno sempre sottovalutato l'impatto di austerità sulla crescita". Un segnale che il vento vero l'austerità voluta dalla Germania sta cambiando? Di troppa austerità si può dunque morire? Il commissario europeo agli affri economci e monetari Olli Rehn, presente al vertice dell'Ecofin a Lussemburgo, ha promesso di leggere la parte del rapporto Fmi precisando però che resta dell'idea che l'austerità abbia fatto bene ai conti dei paesi europei nel recuperare la fiducia dei mercati.
Ad esempio ha fatto bene al Belgio che in pochi mesi si è trasformato da un paese in crisi in un porto sicuro per i risparmiatori che oggi comprano i suoi bond solo per metterli al sicuro. La notizia sulla possibile svolta del Fmi è stata accolta con molto favore soprattutto in Grecia che sta assistendo al quinto anno di recessione e che sempre a proposito della crisi del paese medieterraneo ha visto l'Fmi sempre più favorevole a un nuova ristrutturazione del debito greco che viaggia verso il 170% del Pil. Posizione osteggiata da Ue e Bce.