Due anni in più alla Grecia e il premier conservatore Antonis Samaras che era contrario all'austerity quando era all'opposizione del governo guidato dal socialista George Papandreou ora potrebbe respirare. I funzionari della troika chiedono di concedere più tempo ad Atene per centrare gli obiettivi sui suoi conti pubblici, mentre sul punto si scontrano con l'Fmi, la Bce e la Commissione Ue. Lo scrive il settimanale tedesco der 'Spiegel', rivelando che secondo gli ispettori della troika, Atene non riuscirà, come il mercato ormai ha capito da tempo, a centrare entro il 2020 l'obiettivo fissato di ridurre il proprio deficit al 120% del Pil, condizione necessaria per ricevere la tranche di aiuti di 31,5 miliardi di euro. Secondo l'Fmi e la Bce, il deficit della Grecia sarà di almeno il 140% nel 2020, mentre la commissione Ue indica la cifra del 128%.
più tempo però significa più denaro. Se si concedessero ad Atene due anni di tempo in più, come suggerito dalla troika, ciò verrebbe a costare 30miliardi di euro in più ai soccorritori di Atene, con la somma che potrebbe essere messa insieme solo con una rinuncia da parte dei creditori internazionali pubblici questa volta o con un terzo pacchetto di aiuti dopo il primo di 110 e il secondo di 130 miliardi . La Bce però ha già fatto sapere che non ci sta perché significherebbe dare aiuti agli stati, azione proibita dai trattati. Entrambe le soluzioni vengono però respinte dal governo di Berlino che teme una spaccatura al suo interno. «Non vedo una maggioranza per un terzo pacchetto alla Grecia», spiega il capogruppo liberale al Bundestag, Rainer Bruederle, mentre accenti analoghi arrivano dalla Cdu. Il responsabile delle attività parlamentari del partito della Merkel, Michael Grosse-Broemer, afferma infatti che «per adesso portiamo avanti il secondo pacchetto, mentre un terzo non é al momento all'ordine del giorno».