La crisi greca verrà affrontata all’Eurogruppo di martedì a Bruxelles. È un appuntamento importante: l’Europa deve trovare un accordo per inserire il debito sui binari della sostenibilità. Lo ha detto il numero uno del Fmi, Christine Lagarde, che ha interrotto prima il suo viaggio in Asia per essere presente alla riunione di Bruxelles dell’Eurogruppo del 20 novembre, in cui si discuterà appunto ancora una volta del caso greco. Fmi e Ue fanno parte, insieme alla Bce, della troika che controlla i prestiti alla Grecia. Attulmente c’è profondo disaccordo, perché il Fmi non esclude un 'haircut' un taglio dei debito greco da parte dei governi europei per dare sostenibilità al debito greco, mentre la Germania e anche Bruxelles preferirebbero altre soluzioni, cioè concedere ancora due anni e arrivare così a superare la data delle elezioni tedesche previste a settembre 2013. Si tratta ancora di una solzuioen provvisoria, un accordo-ponte. Solodopo quella data la Germania avrà finalmente mano libera per salvare in modo definitivo la Grecia. «Occorre lavorare duro – ha detto la Lagarde – concentrarsi, essere sicuri che stiamo lavorando allo stesso obiettivo, che é quello che la Grecia possa operare su basi sostenibili, possa riprendersi, reggersi sui suoi piedi e tornare sul mercati il più presto possibile». Il Fmi non é d’accordo a spostare dal 2020 al 2022 l’obiettivo di portare il debito greco al 120% del Pil. Banche, assicurazioni e altri investitori del settore privato titolari di circa 206 miliardi di euro di obbligazioni greche hanno subito un 53,5 per cento di riduzione sul valore nominale dei loro titoli all’inizio di quest’anno. Ma il debito totale della Grecia è previsto nella Finanziaria 2013 in crescita di quasi il 190% del Prodotto interno lordo il prossimo anno, il che significa che è altamente improbabile che tornino ai 120 per cento del Pil entro il 2020, il livello che secondo il Fmi ha detto che è il tetto massimo sostenibile nel lungo periodo. Ma la Germania oggi ha un altro motivo per non avere fretta: la crisi greca consente a Berlino di rivolgersi al mercato e ottenere di finanziarsi a tasso negativo. Un bel vantaggio per i tedeschi rispetto agli altri paesi del sud- Europa che invece devono pagare tassi molto superiori.
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