Dopo il buyback che farà dei soldi ricevuti la Grecia? Il premier greco Antonis Samaras in modo informale e molto diretto, che è apparso in perfetta forma dopo il recente intervento alla retina, ha ricordato a un gruppo di giornalisti europei in visita alla Megaro Maximou, la sede del governo greco, sotto gli auspici della Commissione europea, che «il primo problema che verrà risolto con i fondi della tranche è la mancanza di liquidità e l’asfissia che penalizza le imprese esportatrici grazie alla ricapitalizzazione delle banche. Poi ci aiuterà a pagare i 9,3 miliardi di crediti arretrati che lo Stato deve al settore privato greco e alla sua popolazione. Inoltre ci consentirà di partecipare ai fondi strutturali che hanno effetti moltiplicatori per l’occupazione che ha raggiunto il 58% di senza lavoro tra i giovani, ma per me l’effetto più importante sarà la fine della "dracmofobia", la paura del ritorno alla dracma che ci ha tenuti in ostaggio per troppo tempo dei mercati. È un effetto psicologico ma per me la psicologia è il 50% dell’economia", aveva affermato il premier alla vigilia dell’Eurogruppo che poi ha dato il via libera alla nuova tranche di aiuti, vitale per Atene.
Il premier ellenico, che ha parlato brevemente anche in italiano, ha ricordato che la «credibilità del paese è stata ricostruita» e, come nota di colore, ha voluto ricordare che la sua canzone preferita in italiano è: "Se le cose stanno così" di Sergio Endrigo.
Ma a preoccupare Samaras è la crescita. Così oggi ad Atene al Megaro Maximou, la sede del governo greco, un edifico in stile neoclassico, il primo ministro Antonis Samaras incontrerà i rappresentanti delle maggiori compagnie multinazionali che operano in Grecia – Specifar, Nestlè, Bic Biolex, Lafarge, Athenian Brewery, la cinese Cosco che opera al Preo, Vodafone, Philip Morris, Procter & Gamble, Novartis, Pepsico, AB Vassilopoulos e Friesland -, per discutere con loro la questione di nuovi investimenti nel Paese che il premier considera di primaria importanza per la ripresa economica.