La magistratura ha arrestato il ceo di Finmeccanica lasciando la società della difesa in un pericoloso vuoto di potere. L'Eni per bocca del suo Ceo Scaroni fa sapere che potrebbe vendere in futuro Saipem, un gioiello tecnologico mondiale, per tagliare il cordone ombelicale con la società indagata dai giudici. La terza banca del paese, MPS, è sotto indagine e si parla di un possibile interessamento di banche francesi nel caso dovesse essere messa sul mercato. C'è qualcosa di strano e di molto pericoloso in questo vuoto della politica in politica industriale che lascia inevitabilmente spazio all'azione doverosa della magistratura che però non si occupa dei riflessi industriali delle sue azioni.
Il governo dovrebbe intervenire preventivamente per preservare i suoi gioielli industriali come farebbe qualsiasi azionista preoccupato del suo investimento. L'esecutivo dovebbe convocare un consiglio dei ministri ad hoc e dare certezza di indirizzo e di guida alle società nella bufera giudiziaria. I nostri competitors esterni non aspettano altro che di colpire la preda in difficoltà, magari con uno spezzatino aziendale, in un momento in cui tutte le speranze di ripresa economica puntano sull'export. Non serve essere colbertiani per capire che nessun può permettersi di perdere i gioielli industriali del paese in questo momento di vigilia di una guerra valutaria mondiale. Chi perde pezzi manifatturieri preziosi e d'eccellenza resta indietro, per sempre. Ce lo possiamo permettere?