Ci risiamo: è ripartita l'ennesima bufala sulla Grecia che ora sarebbe addirittura sull'orlo della guerra civile perché " dilaniata dalla crisi e dall'austerity, un paese che assomiglia sempre più ad una zona di guerra, ad un paese affossato dalla violenza e dalla rabbia contro i propri aguzzini". L'obiettivo è sempre lo stesso: colpire l'anello debole dell'euro e far naufragare ogni tentativo di maggior integrazione politica dell'Europa.
La prova del fatto che il Paese mediterraneo e appartenente finora alla zona euro sia sull'orlo della guerra intestina tra diverse fazioni politiche verrebbe questa volta da Bruxelles da dove "è arrivato niente meno che un vademecum per tutti i funzionari dell'Unione Europea che sono in missione ad Atene. Un catalogo di istruzioni che hanno dell'incredibile, e che aiutano a capire effettivamente quale sia la situazione in cui riversa il popolo greco", scrive un articolo di Articolo tre,che impazza in rete da giorni facendo salire la tensione sul destino della Grecia e di riflesso sul difficile quinto salvataggio europeo (dopo Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna) della vicina Cipro deciso questa notte alle 4 del mattino proprio a Bruxelles.
"Pubblicato dal giornale greco “To Vima”, il decalogo – riporta Articolo tre - per i funzionari Ue appare come un manuale per novelli 007, la cui parola d'ordine è discrezione. I funzionari non devono assolutamente farsi riconoscere dal popolo, devono vivere perennemente in allerta, per non farsi sorprendere da qualche cittadino rivoltoso. Devono stare lontani dai luoghi affollati, dalle finestre, da tutto ciò che costituisce un pericolo".
Non solo. La loro identità deve essere celata: “Attenzione a documenti, badge di identificazione o altri oggetti che dimostrino l’affiliazione di primo piano alle istituzioni europee”, si legge, tramite il quotidiano, sul documento stilato dalla Commissione. “Non stare dietro le finestre o sul portone di un palazzo per guardar passare il corteo: la vostra presenza potrebbe provocare una reazione aggressiva da parte dei manifestanti. Chiudere le finestre della stanza, in modo da non essere soggetti a possibili usi di gas lacrimogeni da parte della polizia.”
Il decalogo non si ferma qui: “Non indossare abiti che possano indicare la propria attività professionale”, raccomanda ancora il manuale “Ad esempio, non indossare il distintivo all’esterno degli edifici della Commissione e non leggere giornali della Commissione nei luoghi pubblici”. Altresì, soppesare attentamente le parole: “Attenzione a chi può ascoltare. Evitare di discutere di argomenti professionali (indicando sale, riunioni, orari, nome di hotel e qualsiasi altra informazione personale sulla propria missione) in pubblico, per strada, in metropolitana o per telefono. Essere consapevoli del fatto che si può essere presi di sorpresa”. I consigli arrivano a interessare anche il tempo libero: “Evitare di prenotare hotel e taxi a nome della Commissione”, e “Se si vuole andare a bere qualcosa,dopo la riunione, non portare documenti sensibili in luoghi ad alto traffico come bar e ristoranti.”
"Se certo tali note in materia di sicurezza non rassicurano, dimostrano come ormai la Commissione Europea stia tremando di fronte alla rabbia del popolo greco, e di come si attenda nuove rivolte, probabilmente sempre più sanguinose. E di come la guerra civile non sia poi più così lontana".
Ora a me pare che le raccomandazioni di cui abbiamo dato notizia qui sopra siano né più né meno che semplici indicazioni e suggerimenti di buon senso che qualsiasi diplomatico segue da sempre in qualsiasi paese operi in missione. Discrezione, evitare di farsi notare, non portare documenti sensibili in luoghi pubblici. Far passare questo decalogo di semplice buon senso come se la Commissione sia un corpo di occupazione militare è un modo scorretto di fare informazione che flirta con la disinformazione.
Vero è invece che tra Troika e governo greco di Samaras c'è di nuovo un forte contrasto tra le richieste dei creditori internazionali di licenziare 25mila dipendenti pubblici in un momento in cui la disoccupazione è giunta al 27% del totale della forza lavoro. Ora è evidente che il momento non è opportuno e su questo non bisogna certo essere dei fini strateghi di politica economica per accorgesene. Ma spesso i funzionari della troika hanno dato prova in passato di mancanza assoluta di opportunità politica, cosa che al premier Samaras invece non manca affatto.
Anche la richiesta della troika di andare avanti con le privatizzazioni (che sono al palo) è legittima ma deve tener conto che ad Atene è in corso un processo di pulizia della classe politica che forse è troppo presto per chiamala "mani pulite" ma che nei fatti sta sconvolgendo vecchi equilibri. I giudici hanno appena mandato in galera l'ex sindaco di Salonicco per corruzione comminandogli l'ergastolo.
Anche l'agenzia per le privatizzazioni è stata sconvolta da dimissioni eccellenti. Il governo greco ha nominato l'11 marzo scorso Stelios Stavridis, amministratore delegato della compagnie delle acque, Eydap, come nuove responsabile del fondo di privatizzazioni dopo le dimissioni nelle scorse ore di Takis Athanassopoulos. Alle dimissioni di Athanassopoulos si sono aggiunte quelle del segretario generale per l'industria del ministero dello Sviluppo, Spyros Evstathopoulos, anch'egli chiamato in causa in un'inchiesta sull'enorme aumento dei costi per la realizzazione di una centrale a Aliveri nel 2007. Insieme a loro ha dato le dimissioni il segretario generale del ministero delle Finanze, Georges Mergos.
I tre dimissionari eccellenti (Athanasopoulos, Mergòs e Evstathopoulos) sono coinvolti come detto sopra nella stessa inchiesta per l'impianto di Aliveri (i primi due sedevano anche nel C.d.A. dell'azienda pubblica per l'energia pubblica PPC, paragonabile la nostra Enel). Sono accusati dai giudici di un danno erariale di 100 milioni di euro. Dato che fonti gionalistiche dicono che Athanasopoulos era uomo di fiducia di Samaràs la vicenda è complessa e potrebbe provocare qualche altro scossone al governo di coalizione. Questa vicenda, oltre alla notizia dell'ex sindaco di ND di Salonicco accusato per appropriazione indebita di denaro pubblico e poi condannato, è molto più importante al punto che alcuni commentatori parlano già di una "mani pulite alla greca". Con tutte le cautele del caso.