La notizia merita un approfondimento in questi momenti difficili di credit crunch verso le piccole e medie imprese: la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) al vertice annuale di Istanbul ha detto che sta valutando i modi per aiutare le piccole imprese nei paesi emergenti europei, anche attraverso finanziamenti diretti, poiché l'areae soffre di una crescita poco brillante. Lo ha reso noto il suo presidente, Suma Chakrabarti, al termine dei lavori del vertice annuale tenutosi per l'occasione a Istanbul.
Per ora si tratta solo di annunci, di ragionamenti ad alta voce ma la cauta apertura della Bers va monitorata attentamente perché potrebbe portare a possibili cambiamenti sistemici sul modo di operare nell'area.
La Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale hanno espresso preoccupazione nel recente passato per la riluttanza delle banche a concedere prestiti alle imprese, fatto che rallenta la ripresa in Europa. Le banche per la verità hanno sempre respinto le accuse affermando che non c'è domanda reale e dove le prospettive economiche sono buone non sono mancati i finanzimenti ai progetto di sviluppo. Non sono le banche che non prestano soldi ma le aziende che non chiedono o non offrono progetti credibili. Inoltre i regolatori locali impongono dei freni alla trasmissione dei capitali cross border e impongono sempre più capitali di riserva.
Che fare, dunque su un tema così controverso e nello stesso tempo cruciale? Il Presidente della BERS, il britannico, Suma Chakrabarti, ha detto sabato in una conferenza stampa tenuta dopo la riunione annuale della banca che si trattava di una questione di sistema: "Come fare di più (per le piccole e medie imprese) in modo da massimizzare l'impatto sul lavoro e la crescita Qual è il giusto equilibrio … . usiamo di più il canale bancaraio o tentiamo un approccio più diretto? "
La banca nel frattempo aveva tagliato venerdì le sue previsioni di crescita 2013 per l'area dove opera composta dall'Europa centro orientale e dal Nord Africa di quasi un punto percentuale, al 2,2 per cento.
La Banca europea per gli investimenti, il cui presidente ha partecipato a numerose tavole rotonde nel corso della riunione BERS alla presenza di premier, ministri delle finanze e banchieri centrali, ha anche detto che prevede di dare di più alle piccole imprese, considerate il motore della crescita e dell'occupazione.
Le banche di tutta Europa hanno molto capitale, ma sono riluttanti a concedere prestiti a causa dell'incertezza causata dalla crisi finanziaria globale, oltre che per una regolamentazione che richiede più capitali a fronte di prestiti.
"La liquidità del settore bancario è in buona forma in linea di principio, ma i canali di credito non funzionano a pieno regime a causa della mancanza di domanda con una buona qualità di debitori credibili -, ha detto il vice ministro delle Finanze russo Sergei Storchak nel corso della riunione -.
C'è un enorme problema strutturale." Mosca si è vista ridurre drasticamente la previsione di crescita 2013 a causa del calo dei prezzi delle materie prime. Un taglio che ha gelato anche le previsioni di crescita della Polonia e del resto dell'area. A modificare la situazione in materia sembra abbia contribuito anche la ritrovata autonomia energetica degli Stati Uniti di Barack Obama con lo sviluppo dello shale gas che ha contribuito al calo dei prezzi energetici.
Ma torniamo alla questione dei prestitti alle Pmi. "I prestiti diretti potrebbero colmare il divario del credito bancario rispetto alle necessità delle imprese, ma questo può anche portare a maggiori rischi -, ha detto Chakrabarti- poiché i finanziatori devono essere molto vicini ai paesi e ai settori economici". Insomma è una scelta da ponderare attentamente poiché ha dei pro e contro.
"I crediti in sofferenza (NPL) sono anche una preoccupazione crescente", ha ricordato il capo economista della Bers Erik Berglöf.
"Stiamo monitorando alcuni paesi del sud-est europeo, la Slovenia è parte di questo problema come pure l'Ucraina e la Moldavia – per questo non ci sono molti motivi di ottimismo."
Uno studio pubblicato dalla banca austriaca Raiffeisen molto attenta all'Est Europa e reso noto al vertice di Istanbul, ha mostrato un aumento del tasso di NPL in Europa sud-orientale al 17,3 per cento nel 2012, dal 14,5 per cento nel 2011. Un brutto segnale su cui riflettere.
La BERS è stata istituita per volontà del presidente francese François Mitterrand per aiutare i paesi ex comunisti dell'Europa orientale per sviluppare economie di mercato e investe principalmente nel settore privato. La Banca ha prestato quasi 9 miliardi di € l'anno scorso.
L'area di sua competenza si è ampliata e ora includone la Turchia, che ha ospitato la riunione annuale di quest'anno, e più recentemente quattro paesi interessati alla Primavera araba 2011 – Egitto, Giordania, Marocco e Tunisia. Ogni due anni il vertice si tiene a Londra e in un paese dell'area.
"I crediti verso questi quattro paesi nord africani e mediorientali sono stati finora pari a 260 milioni di euro"ha detto Chakrabarti.
La Libia, che non è membro della BERS, si è detta interessata a ricevere assistenza tecnica da parte della banca", ha aggiunto Chakrabarti.
A differenza di altri paesi che hanno attraversato le rivolte della primavera araba, la Libia è ricca per le sue riserve di petrolio e gli utili del petrolio accumulato, che ha aiutato la ripresa dell'economia.
Ma quasi due anni dopo che il dittatore Muhammar Gheddafi è stato rovesciato, il governo e le forze armate ufficiali della Libia sono così deboli che fasce del paese rimangono fuori dal controllo del governo centrale. Un elemento di instabilità che frena ovviamente gli investitori.