Grecia, Samaras chiederà aiuto a Obama per mitigare l’austerity della troika

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Ci sono voluti mesi di vero e proprio forcing diplomatico dell'ambasciata greca negli Stati Uniti, ma alla fine il premier greco Antonis Samaras, leader conservatore di Nea Dimokratia, ha finalmente ottenuto di essere ricevuto a Washington. Il primo ministro ellenico nell'incontrodavanti al caminetto cercherà il sostegno del presidente americano Barack Obama”, che ha già incontrato prima di lui il premier turco Recep Tayyip Erdogan: un grave smacco per Atene che nei confronti del potente vicino orientale nutre una rivalità profonda mista a diffidenza nonostante i proclami ufficiali parlino di buoni rapporti e intese sempre maggiori.

Durante la sua visita di tre giorni a New York e a Washington il premier greco, che guida un governo di coalizione in patria con i socialisti del Pasok, incontrerà l’8 agosto il presidente americano per discutere dei negoziati che riprenderanno a settembre tra Atene e la cosiddetta troika, composta dai rappresentanti di Ue-Bce-Fmi. Samaras ha accettato obtorto collo di mettere in mobilità 25 mila dipendenti pubblici, di cui 12.500 entro fine anno per mettere la parola fine a quel perverso meccanismo che negli anni passati ha consentito ai governi greci di offrire posti pubblici in cambio di voti, un elemento, tra i tanti, che ha portato alla crisi per insolvenza del paese mediterraneo con 240 miliardi di euro di aiuti e una ristrutturazione del debito da 100 miliardi di euro dei bond statali, la maggiore della storia moderna.

In una recente intervista concessa al New York Times il brillante ministro della riforma amministrativa Kyriakos Mitsotakis, un nome importante ad Atene che vive di dinastie politiche (i Papandreou, i Karamanlis e i Mitsotakis appunto) ha fatto capire che non c’è più margine per nuove misure di austerity. Insomma Samaras chiederà aiuto alla Casa Bianca per frenare le richieste del cancelliere tedesco Angela Merkel che vede il debito come un peccato ( e mai come uno sviluppo) e la crescita economica come il frutto di comportamenti morigerati e austeri.

L’incontro a Washington verterà anche sulla partnership greco-americana per il gasdotto Tap, il Transadriatic pipeline. L'accordo energetico (che interessa anche l'Italia) è stato firmato, il 26 giugno ad Atene, e si tratta di un contratto per la costruzione del tratto europeo del gasdotto che nel 2018 dovrebbe collegare i giacimenti di Shah Deniz, in Azerbaigian, al terminal di San Foca (in Puglia) passando per la Grecia e l’Albania. Un tracciato alternativo o quantomeno concorrente al Nabucco che invece doveva passare per i Balcani fino a Vienna.

Il Tap, realizzato da un consorzio che comprende la norvegese Statoil, la svizzera Axpo e la tedesca E.On (in joint venture con la britannica BP), è un gasdotto che dovrebbe trasportare 10 miliardi di metri cubi di gas naturale in Europa, coprendo il 10 per cento del fabbisogno annuale del continente. Un progetto importante per Atene che spera di incassare fondi dal passaggio del gas e di poter avere della ricadute occupazionali. Per l’occasione il ministro delle finanze greco Yannis Stournaras aveva parlato della creazione di 2.500 posti di lavoro.

Il Tap è stato fortemente sostenuto da Washington in funzione anti-russa (renderebbe più automa l'Europa dall'approvvigionamento di gas russo) e la situazione si è sbloccata quando la privatizzazione del monopolista del gas greco Depa, ormai in predicato di finire nelle mani di Gazprom è stata improvvisamente annullata da Atene. Ora Samaras chiederà all'alleato americano la ricompensa di quel gesto geopolitico che ha privilegiato le esigenze di Bruxelles e Washington nei confronti della generosa offerta di Mosca.

Samaras, infine, non mancherà di sollevare anche la questione di Cipro, come richiesto dal presidente cipriota Nikos Anastasiadis. L'isola continua ad essere divisa tra zona turca a Nord (presidiata da 40mila soldati turchi) e zona greco-cipriota a Sud, una situazione di tensione che impedisce, fra l'altro, il pieno utilizzo delle imponenti riserve di gas scoperte nelle acque territoriali cipriote.

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