Debito greco? yes we can. Barack Obama corre in soccorso di Atene sulla vicenda del debito greco che deve diventare «sostenibile». La Grecia inoltre deve restare nell'euro mettendo fine al contagio dei debiti sovrani dell'eurozona, una situazione di incertezza che può provocare problemi agli Usa e al suo maggior partner commerciale: l'Europa.
E' un aiuto importante, ma interessato quello offerto dal presidente Obama al premier greco Samaras. La sostenibilità del debito greco e quindi implicitamente la sua ristrutturazione (il debito è previsto calare al 124 per cento del Pil nel 2020, dal 176 per cento di quest'anno) è stata la parte centrale del discorso che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama avrebbe pronunciato durante l'incontro con il primo ministro greco, Antonis Samaras.
La notizia era stata anticipata dal Wall Street Journal che faceva riferimento a fonti interne alla Casa Bianca. Obama nell'incontro di giovedì a Washington avrebbe sostenuto l'azione di governo di Samaras, chiedendo al primo ministro di restare alla guida della Grecia per portare a termine il rilancio dell'economia del Paese.
«Questo summit é un'importante opportunità per esprimere il nostro sostegno al premier Samaras nel momento in cui sta iniziando una strada di riforme difficili e dolorose per rendere l'economia greca più competitiva e aperta, portando il debito su un percorso sostenibile», ha detto al Wall Street Journal Laura Lucas, portavoce del National Security Council.
La sopravvivenza dell'esecutivo infatti sarà la condizione per ricevere i miliardi di dollari in aiuti dal Fondo monetario internazionale (Fmi), dalla Commissione europea e dalla Banca centrale europea che finora hanno messo sul piatto 240 miliardi di euro. Come riporta il Wall Street Journal, un collasso del governo di Atene metterebbe in pericolo lo stanziamento di un futuro prestito e potrebbe riportare l'Europa nella crisi finanziaria. Tuttavia, visto che l'Ue é il principale partner economico americano, l'amministrazione Obama non vuole che questo accada perché teme che una nuova crisi possa incidere anche sugli Stati Uniti che sono nel pieno di un difficile ripresa sostenuta dal QE della Fed di Ben Bernanke (85 miliardi di dollari al mese di acquisti di bond e titoli obbligazionari) una politica espansiva che deprime i tassi dei Ttbill a dicei anni ma che non può continuare all'infinito senza conseguenze. Non a caso la Fed ha fatto capire di stare pensando a ridurre questa politica ma il solo annuncio ha fatto tremare i mercati globali. Finora la politica monetaria espansiva di Fed, BOJ, BOE e Bce hanno aiutato a affrontare la peggiore crisi dal 1929.