Non si ferma la caduta della lira turca che giovedì ha toccato un nuovo minimo storico nei confronti del dollaro, registrando un calo di oltre il 15% dall'inizio del'anno. La valuta turca è scesa a 2,080 per un dollaro, contro 2,0580 di mercoledì. La persistente debolezza della lira, legata alle tensioni politiche interne e come per altri paesi emergenti all'inasprimento della politica monetaria della Fed, dovrebbe contribuire a una revisione dell'obiettivo di crescita del 4% per il 2013 previsto finora dal governo del premier Recep Tayyip Erdogan. Secondo il ministro dell'economia Zafer Caglayan la crescita quest'anno dovrebbe situarsi fra il 3% e il 4%.
Ma la cosa più interessante è stata la decisione della Banca centrale turca di non alzare i tassi di interesse per non compromettere la crescita del paese sul Bosforo. Insomma nessun tentativo di frenare la caduta della valuta usando la leva del costo del denaro. Si rischieranno aumenti dell'inflazione per il maggior costo dei beni importati. La Banca centrale di Ankara ha fattto capire che non cercherà, come annunciato in un primo momento quando il governatore aveva detto che avrebbe "spezzato la schiena alle valute straniere", di frenare la caduta della lira e lascerà che il mercato faccia il suo corso. I consumatori turchi si vedranno aumentare il costo dei prodotti importati e quello della bolletta energetica. A quel punto si indirizzeranno su prodotti interni e gradualmente gli squilibri si aggiusteranno. Salvo nuove proteste di piazza per la riduzione del valore dei salari.