Superata la fase acuta della crisi economica che segue gli austeri binari del varo delle riforme strutturali in cambio di prestiti sotto la vigilanza della troika, la Grecia sta affrontando una seconda crisi non meno pericolosa per la Ue e un suo paese membro: la tenuta politica della democrazia, ritornata nel paese solo nel 1974 dopo la caduta del regime dei colonnelli. Una crisi politica che sta assumendo gli aspetti della tempesta perfetta con il rischio Repubblica di Weimar all'orizzonte.
Esagerazioni? Non proprio. E mi spiace non concordare con la tesi opposta espressa da Roger Cohen sul New York times . http://www.nytimes.com/2013/09/20/opinion/global/cohen-why-greece-is-not-weimar.html?_r=0
Dopo 240 miliardi di euro di prestiti su 330 di debito complessivo del paese mediterraneo l'instabilità economica passa in secondo piano rispetto al pericolo per l'ordine pubblico rappresentato dal partito di estrema destra, Alba dorata.
Alba dorata è il terzo partito secondo gli ultimi sondaggi e viaggia al 15% dei consensi, soffiando sul fuoco dell'immigrazione clandestina, tema mai affrontanto dai partiti dell'arco costituzionale nei 40 anni precedenti, e la disoccupazione giovanile balzata al 50% su un 27,6% complessivo. Se la Repubblica di Weimar si arrese al nazismo a causa della inflazione galoppante, in Grecia un giovane su due non trova lavoro, così si è formato un esecito di under 40 pronti a dare una spallata al sistema visto come corrotto, incapace e difensore di privilegi di casta.
Gli ultimi episodi di violenza con l'assassinio del rapper di sinistra, Pavlos Fyssas, 34 anni, avvenuta il 18 settembre scorso, da parte di un membro di Alba dorata, reo confesso, ha fatto capire al governo greco di Antonis Samaras, il pericolo dietro l'angolo rappresentato dall'estrema destra con simpatie naziste e sostenitore di tesi negazioniste dell'olocausto. Sono scattate le misure di polizia, perquisizioni e ricerca di infiltrazioni di estremisti nella stessa polizia. Cinque appartenenti del partito xenofobo sono ora indagati. Si è parlato addirittura di informative dei servizi segreti greci, al centro di un summit tra il ministro della Difesa Avramopulos e il rappresentante degli Interni Dendias che ha rinviato un viaggio in Italia. Poi sono arrivati i cambi improvvisi al vertice delle forze dell'ordine, con le dimissioni “ per motivi personali” che hanno dato i due ex numeri due della sicurezza nazionale, il coordinatore per la Grecia centrale e quello per l’area del sud. Allontanamenti fatti in tutta fretta per incapacità o per possibili connivenze con gli stremisti? Nessuno lo sa e chi sa tien le bocche cucite. Si parla anche campi paramilitari tenuti da esponenti di Alba dorata per istruire i suoi seguaci all'uso delle armi. Soffia uno strano vento ad Atene che porta ricordi lontani di democrazia in pericolo.
Certo il partito xenofobo di Alba dorata ha raggiunto, sotto la guida del carismatico ledaer Nikòlaos Michaloliàkos, il 7% dei consensi elettorali nelle ultime elezioni e ha portato in parlamento 18 deputati. E proprio i parlamentari di "Alba dorata", hanno reagito alle proteste di piazza minacciando le dimissioni di massa dal parlamento di Atene. Una mossa che vorrebbe portare a nuove elezioni. Ma Evangelos Venizelos, segretario del Pasok, vice premier e ministro degli esteri, ha detto che questa "non è una minaccia. Si potrebbero fare le elezioni solo in 15 distretti elettorali e se le forze costituzionali si alleassero sarebbe una grande opportunità".
Più prudente invece Petros Markaris, scrittore greco secono cui nel maggio 2012 diceva a proposito di Alba dorata che "non è un fenomeno passeggero. Non sono solo i giovani disoccupati a votare per la Chrysi Avgi, l'Alba dorata, in segno di protesta. La Grecia ha un problema di immigrazione che non è più sotto controllo anche a causa di una lunga e quasi ingestibile frontiera con la Turchia. Allo stesso tempo la Chrysi Avgi si impegna socialmente, soprattutto tra le persone anziane e i pensionati che abitano nei quartieri dove vivono gli immigrati. Un partito nazionalsocialista che dà la caccia ai musulmani, adotta la strategia dell'islamismo di Hamas e viaggia con il vento in poppa. Viviamo in un'epoca folle".
Ora, però, Chrysi Avgi ha ucciso un giovane greco e questo è visto da molti greci come aver superato una linea rossa. E le ultime manifestazioni di massa contro il pericolo fascista ad Atene e le prese di posizione politiche sembrano confermare che l'entità del pericolo sia stato avvertito anche dalla classe politica del cosiddetto arco costituzionale, da Nea Dimokratia a Siryza. Il rischio Grecia per la Ue non è ancora finito: la Troika deve tenerne conto delle parole di Kyriakos Mitsotakis, ministro delle riforme, che ha chiesto più tempo per mettere in mobilità i 12.500 statali in esubero. La situazione può diventare di nuovo esplosiva ad Atene.