A Sarajevo iniziò, con un colpo di pistola di un anarchico che uccise l'erede al trono dell'Impero austro-ungherese, la Prima guerra mondiale. E ora a Sarajevo si vedono gli effetti devastanti della peggior crisi economica dagli anni 30 con il blocco dei trasporti pubblici . Una cirsi che gli economisti chiamano pudicamente "Grande Recessione" per distinguerla dalla "Grande Depressione" del '29, ma l'aggettivo "grande" accomuna pericolosamente le due crisi.
Cosa sta, dunque, avvenendo di così simbolico a Sarajevo che vide nei primi anni '90 l'allora presidente francese François Mitterrand accorrere in suo soccorso durante il lungo assedio della città-martire.
Sta succedendo che i tram e i filobus di Sarajevo si sono fermati a causa del blocco delle forniture dell'energia elettrica da parte della società bosniaca EPBiH. La società ha deciso di bloccare le forniture all'azienda di trasporto pubblico della capitale bosniaca a causa della montagna di debiti non pagati.
Ciò che non riuscì ai cecchini nell'assedio del 1992-95 sta riuscendo alla crisi economica. La EPBiH si è giustificata affermando che è stata costretta ad agire dopo che la società dei trasporti pubblici Gras non ha pagato la rata mensile di 200mila euro su un debito totale di quasi 3 milioni di euro. Troppi, per poter continuare a fornire elettricità a un cliente praticamente fallito.
I 400mila cittadini di Sarajevo hanno dunque dovuto prendere l'auto, creando lunghe code, o andare a piedi sotto la pioggia battente sperando che a Sarajevo non stia accadendo qualcosa che come il colpo di pistola del 1914, colpirà come un'epidemia tutta l'Europa.