Ecco l’ultima bufala sulla tragedia greca destinata a diventare l’"incubatrice" di tutte le posizioni anti-euro dei molti partiti populisti che si preparano alacremente alle elezioni europee di maggio 2014.
L’ultima" bufala doc" racconta del premier greco Antonis Samaras pronto a punire fino a due anni di carcere tutti coloro che oseranno esprimere opinioni contrarie all’UE (che fa parte insieme all’Fmi e alla Bce della odiata troika che impone le riforme strutturali in cambio dei prestiti internazionali) e agli organismi internazionali.
Come è possibile che giri una tale schiocchezza in rete? Epppure la notizia ha già fatto il pieno sui social network e rimbalza più di una biglia impazzita di un flipper.
Facciamo un passo indietro per capire le dinamiche della bufala. L’origine della notizia, ovviamente manipolata e distorta, arriva dal quotidiano di sinistra greco Prin, che ha scritto di legge “vergogna” invitando alla mobilitazione popolare e alla vigilanza. La norma sarebbe stata votata da Neo Dimokrazia (democristiani) e Pasok (socialisti), entrambi al governo, con il voto contrario di Syriza (estrema sinistra) e dei Grecia Indipendente capeggiati da Kammmenos (nazionalisti di centro-destra).
Il governo di Antonis Samaras avrebbe fatto varare in tutta fretta e alal chetichella dal Parlamento una legge-capestro per punire tutti coloro che si esprimeranno contro l’Unione europea. Strana storia visto che un recente sondaggio della settimana scorsa dice che i greci al 70% vogliono, nonostante i pesanti tagli subiti ai salari e alle pensioni negli ultimi quattro anni, restare saldamente nell’euro e nell’Unione europea.
E allora, come si spiega questa storia di una legge draconiana e antidemocrativa varata proprio nella culla della democrazia occidentale?
La verità ovviamente è tutt’altra: Atene ha approvato sì una nuova legge che prevede la reclusione per coloro che violano le sanzioni contro paesi, enti organizzazioni internazionali o persone fisiche, in seguito a provvedimenti adottati dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite o previste da normative comunitarie. In altri termini viene punito chi dovesse essere pizzicata a violare una sanzione decisa dall’ONU o dalla UE contro uno stato, una persona fisica o un organismo. Una ovvietà visto che la Grecia fa parte dell’Onu e della Ue.
In altri termini, se un cittadino greco non dovesse rispettare per esempio sanzioni economiche decise dalla Ue o dall’Onu verso paesi terzi allora potrà essere punito fino a due anni di carcere. Nulla di contrario alle normali pratiche democratiche.
Quindi, come avviene quasi quotidianamente nelle piazze di Atene e soprattutto a piazza Syntagma davanti al Parlamento, i sindacati continueranno a manifestare e a criticare la troila a cui ieri un manifestante a gettato alcune monetine in segno di spregio. L’uomo è stata fermato e poi rilasciato, giudicando la stessa polizia il suo gesto una semplice manifestazione (un po’ colorita) di dissenso anti-troika. O come si dice ad Atene, anti-Memorandum. Per cui in Grecia si potrà continuare a criticare l’Unione europea e la troika, portatrice delle misure di austerità. Una medicina amara che i greci sanno avrebbero dovuto bere prima o poi anche senza la ricetta del medico europeo. Una medicina, non la cicuta di Socrate.