Tra l’Eurotower e l’associazione delle industria bancaria tedesca sono scoppiate le prime scintille. Per ora si tratta solo di punture di spillo, schermaglie giuridiche ma la tensione potrebbe presto salire con l’avvicinarsi del momento critico degli stress test e il passaggio a novembre sotto la vigilanza della Bce di alcuni campioni creditizi di Berlino.
L’Eurotower ha promesso di modificare un accordo di non divulgazione con le banche sottoposte a stress test dopo le proteste di alcune banche tedesche che hanno messo in evidenza il rischio di entrare in conflitto con le leggi nazionali, norme che impongono loro di divulgare informazioni price sensitive.
La questione apparentemente sembra un cavillo legale ma intanto le banche tedesche hanno avuto un motivo giuridico per rifiutare di firmare un accordo di riservatezza che impone loro di tacere sulle riunioni previste per settembre, in cui il regolatore offrirà indicazioni generali circa i risultati dei test che saranno pubblicati solo alla fine di ottobre.
In una lettera alla Bce, il Comitato tedesco sull’industria bancaria – un’associazione di categoria che rappresenta banche come la Deutsche Bank, Commerzbank e numerose banche cooperative e di risparmio – ha avvertito ufficialmente di “rischi significativi” e ha detto che le richieste dell’Eurotower di mantenere il silenzio sul cosiddetto dialogo di vigilanza metterebbe le banche in conflitto con le leggi tedesche che richiedono la divulgazione delle informazioni price sensitive. Insomma disposizioni contradditorie.
La Bce ha fatto sapere alla Reuters in tono conciliante che ha intenzione di modificare il patto di riservatezza per superare l’impasse.
La Bce sta mettendo 130 top bank della zona euro sotto esame attraverso dei controlli della loro capacità di resistere a crisi future prima che diventi il loro supervisore nel mese di novembre.
La Commissione per l’industria bancaria tedesca ha riferito che i piani della Bce non hanno concesso loro abbastanza tempo per analizzare e verificare i risultati dei test, una volta che verranno rivelati come previsto nella seconda metà di ottobre. Inoltre le 48 ore concesse dalla Bce alle banche per esaminare i dati dei risultati dei test prima della loro divulgazione sono state considerate un tempo troppo stretto. La Bce invece ha ridotto i tempi per evitare fughe di notizie. Due modi di vedere la stessa situazione, due modalità di affrontare il tema in modi opposti.
Sotto queste schermaglie giuridiche si nasconde forse la difficoltà del sistema bancario tedesco di accettare di essere messo sotto esame da un’autorità europea che potrebbe mettere sul banco degli imputati qualche banca tedesca. Una condizione che potrebbe urtare più di una suscettibilità in una Germania abituata ad essere da anni “uber alles”. Ma come si sa nessuno è perfetto.