TBILISI nostro inviato
“Qui possiamo rinnovare il nostro passaporto o carta d’identità o registrare una compravendita in un’ora”. La frase è buttata lì, forse per stupire l’ospite occidentale, dalla giovane guida georgiana nel suo inglese da autodidatta che ha appena buttato alle ortiche il libro di grammatica russa, mentre sto andando dall’aeroporto di Tbilisi, capitale della Georgia, terra di mezzo tra Caucaso e Mar Nero, verso il mio hotel Holiday Inn collocato nel centro della città, per assistere al meeting annuale della Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo dei paesi ex comunisti, un’area di intervento nel frattempo cresciuta a 36 paesi in via di sviluppo dal Marocco alla Mongolia.
Davanti a noi si erge un moderno edifico, vetro e cemento illuminato a giorno, (siamo al tramonto) che la guida georgiana definisce come la “Public service hall”, il Centro servizi pubblici. Al momento non capisco cosa voglia dire e più chiedo e meno capisco, e non capisco perché il concetto non ha traduzione nella mia mente perché in Italia semplicemente non esiste e forse continuerà a non esistere per molti anni ancora.
La guida georgiana spazientita, per cercare di uscire dall’impasse, spiega cosa accade in quell’edifico sottoposto al controllo del ministero della Giustizia, e mi racconta un aneddoto: un cittadino entro nell’edifico e chiede il rinnovo di un passaporto mentre ha tra le mani tutti i documenti necessari e i soldi per pagare una piccola tassa.
Mentre aspetta il suo nuovo passaporto sorseggia tranquillo una bevanda in una saletta riservata in un edificio di una bellezza architettonica unica. E dopo un’ora ha il suo passaporto. Possibile? Sì, dice perché a Tbilisi, in Georgia, ex Unione sovietica, abbiamo fatto una rivoluzione nella pubblica amministrazione, la più complessa e difficile da vincere nel XXI secolo. Quella della lotta alla burocrazia e la corruzione a cui tutti i popoli oppressi del mondo dovrebbero unirsi.
Incuriosito da questo aneddoto locale a cui non aveva creduto nemmeno per un momento, mi sono informato successivamente è ho scoperto che l’idea è nata al governo georgiano dieci anni oro sono, nel 2005 con il principio simile a uno “sportello unico” per chi voleva ricevere in un unico luogo il certificato, rilasciato da una delle varie agenzie statali incaricate ma disperse in vari posti dei diversi ministeri competenti. Ma invece di fare uno sportello unico hanno fatto un edifico unico che dispensa praticamente tutti i certificati in pochi minuti.
In molti paesi di tutto il mondo, questo potrebbe sembrare una chimera, in Italia fantascienza pura. Ma non è così a Tbilisi, in Georgia, al Public Service Hall. Nel Caucaso, provincia dell’ex Unione sovietica? Possibile?
Questo concetto di una nuova pubblica amministrazione interattiva e vicina al cittadino è una innovazione tutta “Made in Georgia”, che potrebbe essere utilizzato come un modello in molti altri paesi. Un’ idea da esportare.
Ogni cittadino può venire al Centro Servizi e ottenere la maggior parte dei documenti ufficiali di cui hanno bisogno, da un passaporto per un permesso di costruzione, un certificato di matrimonio e una registrazione della proprietà.
“Oltre 300 tipi di servizi sono forniti sotto lo stesso tetto. Il luogo, progettato dall’architetto italiano Fuksas, http://www.fuksas.it/it/Progetti/Tbilisi-Public-Service-Hall-Tbilisi
intorno alle esigenze dei cittadini, si sente come un laboratorio aperto nel centro della città. Alcuni servizi sono automatizzati: i cittadini li possono scaricare dai computer. Altri prendono qualche minuto. Quando ci vuole più tempo, vi è una zona di attesa. “L’innovazione come questo è un fattore chiave della produttività – scrive Francis Malige della Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo dei paesi ex comunisti – e può dare un contributo importante alla crescita economica sostenuta. Georgia è stato un leader in innovazione nella regione”. http://www.ebrd.com/news/2015/georgias-public-service-hall-leads-the-way-in-innovation-.html
LA STORIA DEL PROGETTO
In un tempo molto breve, un ex nazione appartenente un tempo all’ex Unione Sovietica, con una burocrazia elefantiaca, ha costruito il primo Centro servizi pubblici, un edifico in grado di soddisfare più di 300 tipi di servizi che sono stati riuniti in uno stesso spazio, e in un periodo di 2 anni sono stati aperti ben 13 centri servizi pubblici nel territorio georgiano. http://psh.gov.ge/index.php?lang_id=ENG&sec_id=2
Dal giorno dell’apertura ai giorni nostri, il Centro servizi pubblici ha ricevuto ben 700 diverse delegazioni provenienti da 50 Paesi. Il numero totale dei delegati stranieri in visita ha superato le 7mila persone. Un successo. Consiglio ai parlamentari e esponenti del governo italiano di fare visita, se non l’hanno già fatta, nella Public Service Hall di Tbilisi. Una esperienza unica che ha saputo ridurre i tempi della burocrazia e della corruzione.
Come funziona? Il periodo medio di attesa, secondo le autorità georgiane, è di cinque minuti mentre il tempo medio del servizio è pari a sei e sette minuti.
I primi cinque servizi più popolari presso il Centro servizi pubblico sono:
1. Carta d’identità elettronica; 2.Registrationi di matrimonio; 3.Passaporto; 4. Certificato di nascita; 5.registrazione immobiliari.
Indagini sui cittadini utenti mostrano che dopo l’apertura dei Centro Servizi Pubblici il tasso di soddisfazione è immediatamente aumentato dal 10% al 92%. Questi alcuni dei giudizi dei cittadini: un servizio veloce e di facile accesso, il personale è cordiale e piacevole.
Sara vero? Andate a Tbilisi in vacanza quest’anno, terra di mezzo ricca di monasteri cristiani, sorseggiate l’ottimo vino locale, gustate la chacha, la grappa del posto, la saporita cucina e visitate il Centro servizi pubblici, proverete l’ebbrezza di vedere una pubblica amministrazione da fantascienza. E l’Italia che fa? Manda i suoi architetti migliori all’estero ma in casa forse dovrebbe fare di più.