Un altro segnale preoccupante per la liberta di stampa in Turchia proprio alla vigilia dell’importante appuntamento elettorale del 1° novembre, quando gli elettori saranno chiamati ad eleggere i deputati del parlamento monocamerale di Ankara dopo il fallimento dei colloqui per formare un esecutivo di coalizione. Ahmet Hakan, giornalista del quotidiano liberale turco Hurriyet, bandiera della laicità del Paese, e ospite fisso di un talk show politico sull’emittente Cnn Turk, è stato vittima di un agguato nella notte a Istanbul e ha riportato ferite che hanno reso necessario un ricovero in ospedale. Lo ha annunciato il sito di Hurriyet, poi ripreso dal sito di Zaman, spiegando che i quattro aggressori sono stati arrestati. Il sito di Hurriyet non chiarisce le cause dell’aggressione, ma ricorda che nei mesi scorsi la sede del quotidiano, ytrasformatasi in una roccaforte, è stata assaltata da sostenitori del partito di maggioranza Akp, che rivolsero anche messaggi minacciosi allo stesso Hakan, “colpevole” di criticare le affermazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Il giornalista, che è accompagnato da tempo da una guardia del corpo visto l’aria che tira in Turchia per i giornalisti e che avrebbe chiesto inutilmente la scorta alla polizia, è stato attaccato da quattro uomini di fronte alla sua abitazione nel quartiere Nisantasi, al rientro dagli studi della Cnn Turk. Uno di loro ha bloccato la guardia del corpo, gli altri tre energumeni si sono accaniti con calci e pugni contro l’opinionista, rompendogli il naso e diverse costole. Tre degli aggressori sono stati arrestati nella notte e il quarto questa mattina. Hakan si trova in ospedale in condizioni non critiche e ha consegnato un messaggio al direttore di Hurriyet, Sedat Ergin. «Non ci arrenderemo mai – ha affermato – a questi attacchi. Non ci hanno spaventati, continueremo a percorrere la nostra strada». L’ambasciatore britannico in Turchia, Richard Moore, ha pubblicato diversi tweet dove critica l’assalto a Hakan. «L’attacco a Ahmet Hakan è inaccettabile. Condanno fermamente e invio i migliori auguri per una pronta guarigione. Nessuno dovrebbe essere minacciato o oggetto di violenza per le sue idee», ha scritto l’ambasciatore britannico. Il 6 e l’8 settembre la sede di Hurriyet, a Istanbul, è stata presa d’assalto con pietre e bastoni da manifestanti sostenitori dell’Akp, il partito filo-islamico moderato del presidente Recep Tayyip Erdogan e del premier Ahmet Davutoglu. In una delle manifestazioni, c’era il deputato dell’Akp Abrurrahim Boynukalin tra la folla dei facinorosi. Lo stesso Boynukalin appare in un video in cui rivolge minacce dirette ad Hakan e al direttore Ergin, accusati tra l’altro di essere sostenitori dei terroristi curdi del Pkk, per le loro posizioni contrarie alla nuova campagna militare del governo contro il gruppo. Accuse infondate e diffamatorie ma che in un clima sempre più polarizzato stanno creando tensione nel Paese della Mezzaluna. Nei giorni degli attacchi alla sede di Hurriyet, aveva fatto molto discutere anche l’articolo di Cem Kucuk, giornalista di Star, quotidiano filo-Akp. «Possiamo schiacciarvi come un moscerino se vogliamo – scriveva Kucuk, rivolto ai giornalisti di Hurriyet – Abbiamo avuto pietà fino a oggi, ecco perché siete ancora vivi».