Obama fa un passo avanti verso la fine delle sanzioni, ma ora tocca all’Iran

Il laborioso e complesso percorso ad ostacoli per rimuovere le sanzioni economiche all’Iran va avanti, seppure con prudenza. Un puzzle la cui soluzione interessa molto anche le Pmi italiane. Il presidente americano Barack Obama domenica ha fatto un passo in avanti verso la normalizzazione dei rapporti con la Guida suprema di Teheran, l’ayatollah Alì Kamenei, 76 anni. A febbraio l’Iran andrà al voto per il rinnovo di due organi costituzionali: per rinnovare il parlamento o Majlis, che ha approvato l’accordo con il Gruppo di potenze occidentali del 5+1, e l’assemblea degli Esperti, un organo rinnovato ogni 8 anni.

Il presidente iraniano Hassan Rohani è riuscito ad ottenere il via libera all’accordo con le potenze occidentali sul nucleare martedì 13 ottobre, un passo importante poiché molti deputati conservatori si opponevano alla ratifica giudicandola un cedimento strategico verso “il Grande Satana americano”, (come Khomeini definì gli Stati Uniti nel 1979, all’inizio della rivoluzione).

Successivamente anche il Consiglio dei Guardiani ha ratificato l’intesa, come ha riportato l’Irna, l’agenzia iraniana. Va segnalato che nel suo prossimo viaggio in Europa il presidente iraniano Hassan Rohani farà una tappa in Italia il 14 e 15 novembre. La scelta di Rohani è densa di significati politici ed economici. Seguendo le orme del moderato Mohammad Khatami, anche Rohani ha voluto sottolineare l’ importanza del legame storico esistente tra Iran e Italia fin dai tempi dell’Eni di Enrico Mattei.

Ma torniamo all’America. Obama ha chiesto di «assumere tutte le misure utili per l’attuazione degli impegni americani circa le sanzioni» contro l’Iran.Il comunicato della Casa Bianca e diramato a tre ministri (segretario di Stato, Tesoro, Commercio e Energia), chiede di prepararsi per la revoca delle sanzioni, ma non prima di aver verificato che Teheran stia rispettando l’accordo, ha precisato il comandante in capo. L’ordine, si legge, sarà effettivo dopo la “conferma” da parte del responsabile della politica estera John Kerry, che l’Iran «ha rispettato le misure dell’intesa».

La giornata di domenica, definita “giorno dell’adozione” dalla Casa Bianca, conclude i 90 giorni dall’approvazione (endorsed) da parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu della risoluzione che prende atto dell’accordo. Le sanzioni economiche e finanziarie in vigore contro l’Iran sono state decise dall’Onu, dagli Stati Uniti e dall’Ue, e tutte e tre queste entità dovranno procedere autonomamenete alla loro revoca quando Teheran avrà adempiuto ai suoi impegni sottoscritti a luglio.

Intanto anche l’Iran si muove. Domenica 18 ottobre l’Iran ha notificato all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) con sede a Vienna che applicherà il controverso protocollo addizionale al trattato di non proliferazione nucleare, una tappa importante dell’implementazione dell’accordo firmato in luglio e che consente finalmente i controlli da parte dell’Aiea tramite i suoi ispettori sul terreno, per garantire il carattere civile del nucleare iraniano, in particolare sul destino del reattore di Arak in modo che non possa più produrre plutonio. Un altro tema è la riduzione delle centrifughe per l’arricchimento dell’uranio e la contestuale riduzione delle riserve di uranio arricchito e dissipare ogni dubbio su attività nucleari per uso militare.

L’Unione europea ha già predisposto il quadro legislativo generale per la revoca di tutte le sanzioni contro l’Iran. Lo ha reso noto l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini. Anche Bruxelles però aspetta che Teheran faccia i suoi compiti a casa e possa tornare all’interno dei commerci internazionali e soprattutto nel mercato del petrolio e del gas.