«Alexis Tsipras sta tentando ancora una volta di mettere da parte le riforme necessarie. Il giocatore d’azzardo, che conosciamo dalla scorsa estate, è tornato»: l’attacco al primo ministro greco arriva dal capogruppo del PPE al parlamento europeo Manfred Weber. Un condono del debito è «assolutamente impensabile» in questa fase, ha dichiarato Weber citato dai media del gruppo Funke. «Questo significherebbe dare carta bianca al governo ellenico perché archivi i suoi sforzi per promuovere riforme», ha affermato il vicepresidente della CSU.
Mentre Weber lancia i suoi strali i ministri delle Finanze della eurozona hanno deciso di tenere una riunione straordinaria il 9 maggio alle 15 per cercare di raggiungere un accordo sul terzo salvataggio della Grecia. Lo ha detto un portavoce del ministro delle Finanze olandese, Jeroen Dijsselbloem. Il presidente Dijsselbloem, che presiede le riunioni dei ministri delle Finanze della zona euro, aveva detto mercoledì che i creditori (Ue, Fmi e Bce) avevano bisogno di un po’ più di tempo per lavorare con Atene su come predisporre il pacchetto di misure di austerità supplementari richieste dal Fmi se la Grecia dovesse mancare gli obiettivi di bilancio del 2018.
I giorni da qui al 9 maggio prossimo dovrebbero servire ed essere sufficienti a superare le divisioni tra gli stessi creditori e la Grecia. Per risolvere la situazione di stallo, i creditori hanno proposto ad Atene di approvare preventivamente le misure di austerità supplementari, pari al 2% del prodotto interno lordo, pari a 3,6 miliardi di euro. I tagli supplementari di austerità verrebbero attivati solo se il governo Tsipras dovesse mancare gli obiettivi di bilancio promessi, cioè il 3,5% di saldo primario nel 2018.
Ma il Governo greco e il Fmi sono ai ferri corti da mesi proprio sulle cosiddette misure di emergenza o di austerità supplementari da varare in anticipo. Il ministro delle Finanze greco, Euclide Tsakalotos, rappresentante dell’ala sinistra di Syriza, ha sostenuto lo scorso fine settimana che vorrebbe fare dei tagli lineari in tutti i centri di spesa e che si sarebbero delle problematiche costituzionali ad approvare misure anticipate di austerità. Ma il Fmi vuole che le misure di austerità supplementari siano specificate prima e che colpiscano le pensioni, aumentino l’Iva massima portandola dal 23 al 24% oltre che prevedere una riduzione dell’esenzione fiscale delle imposte dirette così da aumentare la platea dei contribuenti. L’evasioen fiscale in Grecia continua ad essere una vera e propria piaga sociale che rende l’austerità ancora più iniqua in quanto colpisce in particolare i pensionati e i salariati.
Il ministro delle Finanze greco, Euclid Tskalotos, si oppone al principio di poter varare misure in modo anticipato ma il premier Alexis Tsipars, sarebbe pronto all’accordo per evitare di finire ancora una volta all’angolo perché le casse si stanno esaurendo. Il problema è che il governo greco ha un margine molto esiguo in Parlamento (di soli due voti), e la maggioranza non si può permettere una fronda interna a Syriza senza rischiare nuove elezioni. Nea Dimokratia, il maggior partito dell’opposizione invoca da settimane il ricorso al voto anticipato certo di poter ribaltare gli equilibri politici.
I ministri delle Finanze dell’eurogruppo e dell’Ecofin si sono incontrati recentemente ad Amsterdam la settimana scorsa, dove avevano rinviato la discussione del terzo piano di aiuti da 86 miliardi di euro con la Grecia proprio per disaccordi sul tema delle misure di austerità anticipate. Atene ha, però, estremo bisogno di aiuti finanziari entro luglio, prima che scada il pagamento di 2,3 miliardi di euro di Bond in mano alla Bce. Bond che la Bce acquistò nel programma OMT sul mercato secondario proprio da banche francesi e tedesche che se ne volevano liberare prima che scattasse l’haircut sul valore delle obbligazioni elleniche. Ora Atene deve ripagare un prestito che salvò sostanzialmente gli istituti di credito di due paesi che oggi fanno la voce grossa e la invitano a nuove misure di austerità dimenticando che si sarebbe potuto fare l’haircut sui bond ellenici proprio come chiedeva il Fmi all’inizio della vicenda della crisi del debito sovrano greco e si sarebbe evitato che la crisi diventasse tragedia.