Soffia una strano vento populista all’est (Ungheria, Polonia, Cechia, Slovacchia) su parecchi fronti, dai temi sui migranti alle ricette economiche anticrisi, e la Romania non fa eccezione. Il presidente della Romania, Klaus Iohannis, ha firmato giovedì 28 aprile un disegno di legge che consente agli acquirenti di proprietà immobiliari di recedere dai mutui senza penalità, anche se il valore dell’immobile non copre l’ammontare rimanente che deve essere rimborsato. Una scelta molto controversa che potenzialmente va in rotta di collisione con le banche commerciali presenti sul mercato (in gran parte straniere), le indicazioni della Banca centrale europea e della Commissione europea.
Il disegno di legge, che i critici in patria e all’estero dicono porrà seri rischi per l’economia, inizialmente non aveva fissato nessun limite alla possibilità di recesso. Il presidente Klaus Iohannis ha rinviato il ddl in Parlamento, ed i legislatori hanno diluito la prima versione ponendo un limite massimo al valore del prestito a 250.000 euro (ma il 99% del circa mezzo milione di mutui accesi in Romania è sotto questa soglia) ed esentando da questa possibilità chi avesse usato per la prima volta il programma di sovvenzioni di Stato.
Ma la legge così com’è ora si applica con effetto retroattivo, fatto che contravviene le tradizionali procedure internazionali e le norme UE.
La Banca centrale della Romania ha detto che il disegno di legge potrebbe portare le banche ad alzare la quota di acconto per i prestiti ipotecari a livelli insostenibili (si parla già di passare dal 15 al 35-40% del valore) , potrebbe innescare un declassamento del rating, aumentare i costi di finanziamento per il debito sovrano e portare ad una crescita economica più bassa. Il Fondo monetario internazionale, Commissione europea, Banca centrale europea e l’agenzia di rating Standard and Poor’s hanno condiviso questi timori.
I sostenitori della controversa legge ritengono, invece, che aiuterà i mutuatari più poveri colpiti dalla crisi e che non si verificherà alcun blocco nella concessione dei mutui in futuro. In Romania sono previste le elezioni locali a giugno e le elezioni politiche a novembre o dicembre. Molti commentatori hanno messo in relazione al ciclo elettorale l’approvazione della controversa legge sui mutui.
Secondo dati della banca centrale rumena sono stati concessi 495.000 mutui o altri prestiti con garanzie immobiliari per un valore complessivo di 70,8 miliardi di lei (18,0 miliardi di dollari) alla fine del 2015.