Nuove frizioni tra Atene e la troika

C’è stata una revisione al ribasso per il Pil greco: Nel primo trimestre 2016 è stato registrato un calo più forte del previsto per l’economia greca: su base congiunturale il prodotto interno lordo è infatti sceso dello 0,5 per cento nel primo trimestre, invece del -0,4 per cento stimato a maggio. Nel quarto trimestre del 2015, l’economia era cresciuta dello 0,1 per cento. Su base annua, il Pil è sceso dell’1,4 per cento nel primo trimestre, dopo un calo dello 0,9 per cento del trimestre precedente. E’ il terzo calo consecutivo trimestrale.

Come se non bastasse la Grecia, secondo fonti riportate da Reuters,  avrebbe detto tramite una lettera ai suoi creditori europei e al Fondo monetario internazionale che non può attuare alcuni cambiamenti aggiuntivi richiesti in cambio di nuovi prestiti. La mossa, se confermata, potrebbe ritardare ulteriormente l’erogazione dei fondi di salvataggio di cui Atene ha urgente bisogno per pagare i prestiti del Fmi a giugno e dei bond della Banca centrale europea, in scadenza il 22  luglio e per pagare alcuni arretrati pubblici.
La scorsa settimana, dopo mesi di negoziati, la Grecia e i suoi creditori hanno concluso un accordo, che ha aperto la strada per la riduzione del debito greco nel 2018. I finanziatori hanno dato il via libera anche all’erogazione di 10,3 miliardi di euro in due tranche, a condizione che Atene modifichi alcune leggi recenti riguardanti pensioni, privatizzazioni e sulla cessione di crediti in sofferenza.
Ma in una lettera inviata ai creditori la settimana scorsa, il ministro delle Finanze ,Euclide Tsakalotos ha detto che alcune delle richieste aggiuntive non potevano essere soddisfatte.

Non è chiaro se a questo punto sia o meno a rischio l’erogazione della tranche. Atene sembra non sia disposta a modificare le norme relative alle pensioni. Il braccio di ferro invece sarebbe evitato per altri settori dove il governo sarebbe disposto ad accettare degli emendamenti tecnici ma non delle modifiche sostanziali. Secondo il quotidiano Ta Nea la lettera di Tsakalotos sarebbe stata spedita a al commissario europeo Pierre Moscovici, a Benoit Coeure della Bce e a Poul Thomson del Fmi.