Giovedì scorso, il parlamento del Libano (B3 stabile secondo l’agenzia di rating Moody’s ) ha finalmente approvato il bilancio del 2017 che il governo di Beirut aveva approvato come ddl alla fine di marzo. L’approvazione parlamentare – con 61 voti contro quattro e otto astensioni – è la prima
di un bilancio dal 2005, quando l’allora primo ministro Rafik Hariri fu assassinato, scatenando un periodo di profonda crisi politica nella terra dei Cedri.
Moody’s ne ha dato notizia con soddisfazione in un report perché il passaggio del bilancio è un elemento molto positivo per il credito. Possibile? Siamo davvero a una svolta duratura in una zona molto difficile e ricca di tensioni.
In effetti la ripresa del processo di bilancio agevolerà l’accesso ai finanziamenti dei donatori internazionali e a nuovi prestiti e sovvenzioni della Banca Mondiale per due progetti stradali per un totale di oltre 400 milioni di dollari, piani concordati all’inizio di quest’anno e che erano legati all’approvazione della legge di bilancio.
Moody’s prevede il disavanzo fiscale dell’8,9% nel 2017 e dell’8,7% nel 2018 mentre per il debito la stima è del 140% del Pil nel 2018, in aumento dal 120% nel 2012 e uno dei maggiori al mondo, ma inferiore a quello greco che viaggia al 180% del Pil.
L’elezione di Michel Aoun come presidente nell’ottobre 2016 (dopo che la carica era vacante per due anni), la formazione di un esecutivo sotto il primo ministro Saad Hariri nel dicembre 2016 e il passaggio della nuova legge elettorale approvata nel giugno di quest’anno prima del bilancio
dimostrano la migliore governance del Paese. Il presidente libanese, Michel Aoun, effettuerà all’inizio di novembre una missione in diversi
Paesi arabi, a partire dal Kuwait, secondo quanto scrive il quotidiano Al Mustaqbal. Il 5 novembre Aoun sarà in Kuwait, per proseguire poi la sua
missione in Arabia Saudita, Qatar ed Egitto.Al centro dei colloqui nei vari Paesi saranno le relazioni bilaterali e la situazione nella regione.Basterà ad attrarre nuovi investimenti internazionali?
Naturalmente c’è ancora molto da fare su tema del rispetto dello stato di diritto e del contrasto della corruzione molto diffusa e piaga del paese mediorientale.
Poi c’è il gas e il petrolio. Nel futuro del Paese del Libano c’è anche l’approvazione della legge sui diritti petroliferi, avvenuta il 19 settembre, una norma che migliora il quadro giuridico per la assegnazione delle licenze di esplorazione nel corso del primo ciclo di licenze offshore del paese, ciclo che termina a novembre. Le licenze offrono al Libano l’opportunità di sfruttare le risorse energetiche e di disegnare una svolta per l’economia nazionale. Le autorità di governo prevedono che la fase di esplorazione possa durare fino a cinque anni. Staremo a vedere ma il paese sembra deciso a imboccare la via verso la stabilità.